La sorte sconfigge le previsioni

La sorte sconfigge le previsioni In molti si erano espressi sull'improbabilità di vincere in tempi brevi al SuperEnalotto La sorte sconfigge le previsioni «Ma il regolamento del gioco è incomprensibile» Fino a sabato sera la vincita miliardaria appariva come un miraggio. Secondo Franco Corbelli, coordinatore del Movimento per i diritti civili, era addirittura qualcosa di impossibile, al punto che ha chiesto l'intervento della procura della Repubblica a tutela dei cittadini ingannati. Un matematico illustre come Alessandro Figa Talamanica su «Repubblica» prevedeva che sarebbero passati mesi prima di vedere il G del jackpot. A 24 ore di distanza invece sappiamo che qualcuno in provincia di Brescia ha in tasca 13 miliardi. Ciò che sembrava impossibile si è verificato. Un italiano qualsiasi, uno come noi, ha indovinato i sei numeri che per primi sono stati estratti sulle mote di Bari, Firenze, Milano, Napoli, Palermo e Roma. Dopo una vincita come ernesta si prova una sensazione di sconcerto, di incredulità. Si vorrebbe capire, matematicamente, che cosa è successo, qual è il meccanismo del gioco. Perché le lotterie hanno questo di strano: che vincere sembra nello stesso tempo difficilissimo e facilissimo. La risposta sta nel fatto che, per il senso comune, il calcolo delle probabilità è controintuitivo. «Ma probabilità molto bassa non significa probabilità nulla», fa subito osservare Piergiorgio Odifreddi, professore di logica matematica all'Università di Torino. «Il fatto che nel calcolare le probabilità i numeri non si sommino ma si moltiplichino porta a risultati difficilmente immaginabili: per esempio, basta che in una sala ci siano 40 persone perché le probabilità che due siano nate nello stesso giorno siano il 90 per cento. Oppure, se diciamo che un test per individuare una malattia è affidabile al 99 per cento e la malattia ha l'incidenza di un ma- lato su mille cittachni, in uno screening su 100 mila persone ne troverò 1098 diagnosticate positive, cioè 1' 11 per cento, ma solo 99 saranno realmente malate». Nel caso del Superenalotto, la probabilità di indovinare il primo estratto su mia data mota è di 1 su 90; poiché si tratta di eventi indipendenti, sarà altrettanto per il primo estratto di un'altra mota (con il correttivo che non è una probabilità su 90 ma su 89 perché nel Superenalotto non si può ripetere nessim numero, e nel caso che ciò si verifichi si considera D secondo estratto) e così via. Alla fine, secondo certi calcoli la probabilità di vincere è di 1 su circa 500 miliardi mentre secondo la valutazione di Corbelli è di 1 su 103 milioni. In entrambi i casi è difficile, per la nostra niente, valutare razionalmente numeri di questo tipo. Ci si affida alla speranza e si incrociano le dita. Massimo Piattelli Palmarini, studioso di scienze cognitive al Massachusetts Institute of Technology e ora al Dibit di Milano, pone le illusioni probabilistiche tra i «tunnel della mente» di cui tutti noi, anche i più preparati in matematica, siamo vittime. Prendete una moneta e gettatela 6 volte annotando l'uscita di testa (T) e croce (C). Poniamo che esca la sequenza TCTTCC. Ripetete l'esperimento altre due volte, e poniamo che escano le sequenze TTTTTT e CTCCTT. Delle tre sequenze ottenute quale vi sembra più improbabile? Quasi tutti risponderanno quella con sei T. In realtà invece tutte e tre le sequenze hanno la stessa probabilità di verificarsi. Pascal Dupont, professore al- l'Università di Torino e autore dui saggio «Primo incontro con la probabilità» (Sei), è perplesso sulle regole del Superenalotto: «Ho provato a leggere il regolamento ma è praticamente incomprensibile, per la sua complicazione e anche per l'uso improprio di alcuni termini che in matematica hanno significati ben precisi». Non ha dubbi, invece, sul fatto che tutti i giochi gestiti dal nostro fisco siano sproporzionatamente sfavorevoli al giocatore, e quindi non siano equi, intendendo per equo un gioco che non miri né a danneggiare il banco né a danneggiare lo scommettitore. Qualche esempio. La probabilità di azzeccare al Lotto una cinquina è di 1 su 43.949.268, ma la quota pagata al vincitore è soltanto un milione di volte la posta. Quindi per ogni lira giocata lo scommettitore ha mia vincita media di appena 0,023 lire. Nel Totocalcio la probabilità di vincere è di 1 su 1 .594.323 ma l'importo dipende dal monte premi e da quanti fanno 13, per cui i calcoli non possono avere valore assoluto. «Quello che è certo - dice ancora Pascal Dupont - è che, contrariamente a quanto si sente dire in occasione di certe grandi vincite, il banco non può saltare: il mec¬ canismo è infatti fortemente sbilanciato a favore dello Stato biscazziere. Si può giocare al Lotto per divertimento, per avere una speranza da coltivare, per il brivido di seguire l'estrazione. Ma non per guadagnare in un contesto di equità tra banco e scommettitori». «Prendiamo la Lotteria Italia aggiunge Odifreddi -, è chiaro che vincere è difficile: quest'anno, che pure è stato un insuccesso per la lotteria, si sono venduti 20 milioni di biglietti. E' anche vero, però, che unovmce sempre. Allora, se sei razionale è chiaro che non giochi. Ma puoi ragionare in altro modo: ho la quasi certezza di perdere, ma dato che il mio danno è piccolo, tanto vale provarci lo stesso». Piero Bianucci C'è chi parla di una chance su 500 miliardi «Però tutti questi concorsi non sono equfc y ^ 90 3\ * i NUMERI DEL SUPERENALOTTO IL JACKPOT MILIARDARIO (di sabato 17/01/98) Combinazione vincente 29-37-49-51-55-74, jolly 86 Montepremi e jackpot 22 vincite con 5 punti 11.807.025.200 100 con 4 punti 160 con 3 punti Vincita complessiva 12.904.800.000 LE ALTRE VINCITE Ai 74 vincitori con il 5 46.538.400 Ài 4874 vincitori con il 4 706.500 Ai 167.726 vincitori con il 3 20.500 TRE GIOCATE DA RECORD (numero di combinazioni giocate dagli scommettitori) 10/01/98 1 4.809.437 14/01/98 17/01/98 MONTEPREMI ALLE STELLE 20.301.552 49.719.816 10/01/98 14/01/98 4.103.000.000 5.624.748.000 17/01/98 13.775.372.000

Persone citate: Alessandro Figa, Franco Corbelli, Massimo Piattelli Palmarini, Odifreddi, Pascal Dupont, Piergiorgio Odifreddi, Piero Bianucci

Luoghi citati: Bari, Brescia, Firenze, Massachusetts, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino