Uomini chiave del futuro di Marco Tosatti
Uomini chiave del futuro Uomini chiave del futuro Così cambia il Gotha della Chiesa I NUOVI EQUILIBRI OGNI tre anni Giovanni Paolo II fa un Concistoro: quello indetto per il 21 febbraio prossimo potrebbe essere il primo di quelli che formeranno il Collegio cardinalizio destinato a eleggere il successore di Papa Wojtyla. Da oggi alla fine del Duemila diciotto cardinali toccheranno la soglia degli ottant'anni; è più che probabile attendersi un'altra infornata di nomine in coincidenza con il Giubileo del terzo Millennio. E il prolungarsi di un regno già notevole, fa sì che impallidisca ogni giorno di più la stella di candidati prestigiosi, e che acquistino chances crescenti personaggi di nomina recente. Tutto fa prevedere, a dispetto della stanchezza e della crescente fatica con cui Papa Wojtyla svolge il suo compito, che guiderà la Chiesa ancora vari anni, rendendo obsoleti gli scenari già predisposti. Il Concistoro di febbraio in effetti arricchirà il collegio cardinalizio di personalità di grande rilievo, destinate a giocare un ruolo importante nel futuro. La pattuglia degli italiani, ben numerosa, ne è un esempio potendo schierare Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Genova, teologo, ed ex segretario della Cei; Salvatore De Giorgi, arcivescovo di Palermo, e in precedenza responsabile dell'Azione Cattolica; Alberto Bovone, Lorenzo Antonetti e Giovanni Cheli, tre piemontesi che in campi diversi - teologico e dottrinale, amministrativo e diplomatico - possono vantare grandi esperienze e «medaglie», a cui bisogna aggiungere monsignor Francesco Colasuonno e monsignor Dino Monduzzi, due protagonisti di questo pontificato. Ma anche fra gli stranieri Papa Wojtyla ha scelto nomi di grande interesse. Per esempio Dario Castrillon Hoyos, l'attivissimo colombiano a capo della Congregazione per il Clero; Francis Stafford, statunitense, vescovo di Denver, autore della famosa giornata Mondiale della Gioventù, che gli valse la stima e la simpatia del Pontefice; Christoph Schoenborn, domenicano, vescovo di Vienna, quotatissimo in Curia; e il giovane arcivescovo di Città del Messico, Norberto Rivera Carrera, nato nel 1942. Senza dimenticare il nuovo cardinale di Madrid, Rouco Varela. Ormai l'86,l per cento dei cardinali elettori sono stati creati dall'attuale Pontefice. E questa proporzione può ovviamente solo aumentare. Se ne potrebbe dedurre che il futuro nuovo pontefice, provenendo da una maggioranza «wojtyliana» dovrebbe muoversi sulle stesse linee del suo predecessore. Ma l'esperienza dimostra quanto possano essere fallaci questi sillogismi. Giovanni XXIII fu scelto dai cardinali pacelliani, e Wojtyla fu chiamato al soglio di Pietro da porporati nominati dal «Papa Buono» e da Paolo VI. E in realtà le distinzioni di comodo fra «progressisti» e «conservatori» rischiano di dimostrare sempre di più la loro realtà, di pure etichette. La per¬ sonalità del candidato, la stima, i contatti personali che avrà saputo crearsi conteranno molto più di ogni altra cosa in un collegio cardinalizio sempre pivi interna zionale. La geopolitica potrà essere importante. Così in Curia vedono remota la possibilità di un pontefice anglofono, in particolare nordamericano; quella fetta di Nuovo Mondo ha già tanto potere nel pianeta... Sarebbe una sorpresa anche un pontefice africano; le Chiese del Continente Nero sono ancora così giovani. La vecchia Europa, e in particolare l'Italia, riscuotono maggiori favori. Perché l'Italia? Perché c'è Roma, perché il nostro Paese, e la nostra Chiesa, sono un punto evidente eh incontro di problemi, culture e mentalità mol*o lontane fra loro; perché il nostro retaggio coloniale è leggero, e perché la nostra politica estera è delicata. Molto favore, come è naturale, riscuote l'ipotesi di un candidato ispanofono, o comunque di area latinoamericana. Sono la maggioranza dei cattolici, e hanno personalità di grande livello. Infine, le cifre; su 123 elettori al 21 febbraio, 56 saranno europei; 24 latinoamericani; 13 nordamericani; 14 asiatici; 12 africani; 4 dell'Oceania. Il gruppo degli italiani si è rafforzato, passando da 16 a 22 cardinali: in termini percentuali, dal 15,7% al 17,8%. E anche questo è un dato di grande rilievo e interesse. Marco Tosatti
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