Kohl, invito a Wojtyla sull'aborto di Emanuele Novazio

Kohl, invito a Wojtyla sull'aborto FEDE E POLITICA IN GERMANIA Kohl, invito a Wojtyla sull'aborto «Santità, ritiri i preti dai consultori» IBONN L cancelliere Kohl si augura che i sacerdoti cattolici non partecipino più ai consultori previsti dalla legge sull'aborto, e auspica che Giovanni Paolo II dia istruzioni in questo senso alla Conferenza episcopale tedesca. La notizia, pubblicata dal quotidiano «Berliner Zeitung», è stata confermata dalla Cancelleria: Kohl è giunto a questa conclusione, scrive il giornale, dopo aver discusso a lungo del problema con i vescovi tedeschi e con lo stesso Pontefice. Una decisione del Vaticano che «darà conto dello spazio di manovra concesso ai cattolici tedeschi» è attesa - secondo fonti vicine alla Conferenza episcopale - entro la fine del- la settimana: secondo le stesse fonti, i vescovi esamineranno la posizione di Giovanni Paolo II nella loro riunione di lunedì 26 a Wuerzburg. Non è la prima volta che il Cancelliere - cattolico praticante - prende posizione su un tema tanto scottante, per un Paese biconfessionale come la Germania avviato, per di più, a una delicata campagna elettorale nella quale anche le divisioni fra cattolici potrebbero avere peso. Già in occasione della terza visita del Papa in Germania, nel giugno del 1996, Kohl aveva riaffermato una posizione liberale, in velata polemica con il Vaticano: «Molti cattolici tedeschi sono in difficoltà per le posizioni della Chiesa sul controllo delle nascite», aveva dichiarato in un'intervista a un gruppo editoriale cattolico. «Per me si tratta di un problema di coscienza», aveva insistito, ricordando una precedente presa di posizione dei vescovi tedeschi: «Nel '68 hanno sottolineato che ogni cattolico deve risolvere il problema secondo la propria coscienza. Continuo a ritenere che si tratta di una buona dichiarazione». Quanto alla legge sull'aborto, «al Bundestag non c'era maggioranza per una soluzione migliore, e ne ho preso nota anche se con rammarico», sostiene Kohl. La nuova legge, approvata nel 1995, è un compromesso fra le norme restrittive in vigore all'Ovest prima della riunificazione e quelle, molto permissive, previste nella ex Ddr: oggi, in Germania l'aborto è possibile nelle prime dodici settimane di gravidanza, purché la donna accetti il consulto di una commissione formata da medici, psicologi e sacerdoti. In proposito la stessa Chiesa tedesca è divisa, anche se la base contesta le posizioni del Vaticano: la parte più conservatrice della conferenza episcopale chiede l'autoesclusione del sacerdote dal consultorio, considerando l'aborto un delitto che la sua presenza contribuirebbe ad avallare. L'ala più liberale - in testa il presidente della Conferenza, monsignor Karl Lehmann - sostiene al contrario la necessità di far parte della commissione: per potere influenzare la decisio¬ ne della donna, e cercare di convincerla a «non commettere un delitto». Di fatto una donna su cinque rinuncia ad abortire, dopo avere partecipato alla seduta della commissione. Il tema è stato spesso oggetto di dispute, all'interno della comunità cattolica tedesca; dispute alimentate da altre profonde divergenze su temi scottanti - dal celibato ecclesiastico al sacerdozio femminile - che hanno provocato perfino un referendum. Nel '95, oltre un milione e mezzo di cattolici praticanti hanno firmato una petizione nella quale si chiedeva, fra l'altro, una svolta radicale nel controllo delle nascite. Emanuele Novazio

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Karl Lehmann, Kohl, Wojtyla

Luoghi citati: Ddr, Germania