Veltroni: «Rai autonoma come la Banca d'Italia»
Veltroni: «Rai autonoma come la Banca d'Italia» In settimana la mozione di sfiducia dei Verdi Veltroni: «Rai autonoma come la Banca d'Italia» «Va difesa dal controllo della politica» Storace: «Faccia tosta, è lui il padrone» ROMA. La Rai? Deve essere autonoma: come la Banca d'Italia. Lo ha dichiarato ieri Walter Veltroni intervenendo in soccorso di Viale Mazzini. «La Rai deve essere messa al riparo dall'influenza della politica, perché dietro alcune posizioni critiche ci sono osservazioni giuste, dietro qualcun'altra c'è la voglia di riportarla sotto il controllo della politica - ha spiegato il vicepremier -. Penso invece che si debba prendere una strada diversa, quella della autonomizzazione: mi è capitato di fare l'esempio della Banca d'Italia, è un esempio che confermo». Pronta la replica di Francesco Storace. «Ci vuole una gran faccia tosta - ha contrattaccato il presidente della Commissione di Vigilanza della Rai -. Veltroni è il padrone della Rai, ed è lui che deve lasciarla». Un botta e risposta destinato ad arroventare la polemica in corso. «Tutto questo polverone mi fa pensare a qualcuno che voglia smembrare il servizio pubblico», avverte il sottosegretario alle Comunicazioni, Vincenzo Vita. In particolare, la presentazione della mozione di sfiducia annunciata dai Verdi (ieri hanno confermato che sarà presentata in Vigilanza una volta effettuato l'audizione dei vertici Rai, prevista per i primi giorni della prossima settimana) apre nel centrodestra una nuova fase nei confronti del servizio pubblico: Forza Italia, An e ccd si dichiarano disponibili a votare il documento, ma spostano l'attenzione sul dopo cda e sui criteri di nomina dei nuovi vertici. «Non si Walter Veltroni può fare a meno di esprimere un voto favorevole alla mozione dei Verdi - interviene Paolo Romani, responsabile per l'informazione di Fi -, Quindi, sì al cambio del cda, ma un no secco all'ipotesi di commissariamento dell'azienda perché arriverebbe un vero e proprio commissario del popolo. No anche al rinnovo di questo cda con le vecchie norme e un altro no aU'amministratore unico». Mentre Mario Landolfì (An) ribadisce la funzione di acceleratore che la mozione può avere per sfiduciare gli attuali vertici Rai, Marco Follini sottolinea la posizione del ccd: «Siamo orientati a votare la mozione di sfiducia se entro la prossima settimana non succederà nulla di nuovo». Controcorrente i popolari. La mozione di sfiducia al cda Rai è un'iniziativa «difficilmente comprensibile», dichiara Giovanni Bianchi - ex presidente del ppi e componente della Vigilanza - ponendo i popolari su posizioni vicine a quelle del pds e marcando la spaccatura nell'Ulivo. «Solo un vertice di maggioranza può dare credibilità alla promessa di una sollecita riforma della Rai», auspica Valdo Spini (laburisti). Polemico Giuseppe Giulietti, responsabile per l'informazione del gruppo della Sd alla Camera: «Tutti, nella maggioranza, dicono di essere favorevoli ad una riunione urgente sui problemi della Rai, delle nomine per l'Authority e sulla legge 1138 ma nessuno l'ha ancora convocata. Mi offro volontario». [ale. mon.] Walter Veltroni
Luoghi citati: Roma
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