Caso Previti, è guerra sul voto
Caso Previti, è guerra sul voto Domani e martedì il dibattito in aula. Fo: lo vedrei sui carri di Carnevale Caso Previti, è guerra sul voto Palese o segreto? Marini: deboli le ragioni deipm ROMA. Dopo il parere contrario della giunta per le autorizzazioni a procedere, tocca all'aula di Montecitorio decidere sulla richiesta di arresto per Cesare Previti inviata dai magistrati di Milano. Il dibattito si svolgerà domani pomeriggio e martedì, giorno del voto finale. Quindi si passerà al voto. Non si sa ancora se sarà palese o segreto. Incertissimo l'esito della votazione. Con ogni probabilità il nodo sarà sciolto solo a dibattito avviato, lunedì pomeriggio, quando sarà possibile tastare il polso della Camera. Un convinto sostenitore del voto segreto è Carmelo Carrara, relatore sul caso Previti: «A questo punto, dopo le avvisaglie che abbiamo visto in aula su Cito, lo scrutinio segreto è quasi una scelta obbligata, di cui credo debbano discutere prima di tutto Forza Italia ed il suo leader, tenendo anche in conto la condizione "flottante" della Lega». Spiega il segretario del Ppi, Franco Marini: «Io l'ho già detto come voterei su Previti, ho letto le carte e mi sembrano deboli le ragioni per il suo arresto». Il segretario nazionale dei liberali Stefano De Luca suggerisce: «la cosa migliore sarebbe che Previti si dimettesse e si consegnasse alla giustizia. Solo così dimostrerebbe l'ingiustizia di questo sistema». Per il professore «azzurro» Lucio Colletti è «consigliabile il voto segreto, sia perché si tratta di un voto di coscienza, sia perché si fornirebbe un utile scudo a chi altrimenti sarebbe esposto ad un certo elettorato giustizialista». Pietro Foìena, ha ribadito le posizioni del pds, per chiarire che la vicenda Previti rappresenta «un tipico caso di libertà di coscienza. Ma questo non significa astensione o indecisione». Dario Fo e Franca Rame, invece «vedrebbero bene» la figura di Cesare Previti sui carri del Carnevale di Viareggio a mo' di angelo «gonfiato che vola libero nel cielo», con attaccati «tutti i disperati che si trovano in carcere».
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