Latte, la Lega assedia le prefetture

Latte, la Lega assedia le prefetture I Cobas degli allevatori non si fermano: trattori per strada fino al 2 febbraio Latte, la Lega assedia le prefetture «Napolitano è come Tambroni» MILANO ____ DALLA REDAZIONE Umberto Bossi e la Lega scendono ancora in campo a fianco degli allevatori dei Cobas. In settecento, ieri sera, per qualche ora hanno occupato la prefettura di Bergamo. Alla testa della protesta cinque parlamentari e il segretario della Lega Lombarda Roberto Calderoli. Che minaccia: «Lo Stato italiano deve capire che non può alzare le mani contro un lavoratore padano». Stesso ritornello a Milano, dove i leghisti hanno manifestato ancora davanti alla prefettura. E a Brescia, dove è stato acceso un falò nel cortile del Broletto, sede della prefettura e dell'amministrazione provinciale. A Milano, Umberto Bossi è stato «morbido»: «Amici poliziotti non usate il manganello per difendere uno Stato che la Storia cancellerà». Più duro l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni che si ò lanciato all'attacco del suo successore al Viminale, Giorgio Napolitano. «C'è voluto un ministro del pds, c'è voluto Napolitano per tornare ai tempi di Tambroni», tuona Maroni mentre conferma che la Lega è indissolubilmente schierata a fianco degli allevatori che da oltre due mesi sono in piazza per ottenere la restituzione delle quote latte. Intorno ai due leader del Carroccio gli slogan, lanciati dai leghisti. Al solito «secessione, secessione» si sono accompagnate urla a sostegno dei Cobas: «Giù le mani dai soldi dei padani» e «Giù le mani dalle vacche dei padani». Intanto quella dei Cobas è una protesta destinata a non finire tanto presto. Malgrado il governo abbia alzato da 800 a quasi 1100 miliardi le somme che potrebbero essere restituite attorno alla fine di maggio. Una promessa che non accontenta i Cobas e che lascia poco spazio ad altre trattative. Come conferma il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, che giura che il governo non farà un passo in più. «Anche le espressioni più ragionevoli del movimento dei Cobas devono aver capito che oltre non si può andare», spiega Veltroni. Che toghe ogni speranza ad ulteriori tavoli di discussione: «La trattativa con i Cobas è chiusa». Veltroni non conferma se il governo chiederà la fiducia sul latte. E intanto un altro esponente di Palazzo Chigi, il ministro del Lavoro Tiziano Treu, esclude che possa esserci qualche altra concessione: «Il governo ha fatto veramente tutto il possibile». Parole che non sembrano affatto accontentare i Cobas. Che ieri hanno manifestato a Verona e a Genova. Mentre al presidio di Torrimpietra i trattori sono pronti a marciare su Roma, come hanno fatto un mese fa, come hanno tentato di fare pochi giorni fa, fermati dalla polizia che ne ha denunciati 125. Che la battaglia a questo punto sia durissima lo dimostrano le parole del portavoce dei Cobas Giovanni Robusti. Che senza tanti giri di parole va nuovamente all'attacco del ministro dell'Agricoltura Michele Pinto. Tuona Robusti: «A questo punto si potrebbe dire che il ministro Pinto è un buffone». Va avanti, Robusti: «Il ministro dovrebbe sapere che la trattativa spetta al Parlamento. Se siamo arrivati a questa situazione è perché per troppo tempo si sono munti sacchetti di latte in polvere, invece che vacche. Così non si può più andare avanti». Fino a quando andrà avanti la lotta, lo dice lo stesso Robusti: «Rimarremo per strada fino al 2 febbraio, fino alla data in cui il decreto per la restituzione verrà tramutato in legge». E dopo il 2 febbraio, che succederà? Robusti, su questo, è lapidario: «I trattori torneranno nelle aziende, ma questo non vuol dire che la nostra lotta sarà interrotta. Continueremo a protestare, a partire dal prezzo del latte». La manifestazione dei Cobas a Milano con Umberto Bossi e Roberto Maroni ■-—■■ — ■ —— . ——.——.-— * _. ...

Luoghi citati: Bergamo, Brescia, Genova, Milano, Roma, Verona