Ultimatum di Saddam all'Onu

Ultimatum di Saddam all'Onu golfo persico «Avete cinque mesi per togliere le sanzioni poi caccerò gli ispettori dall'Iraq» Ultimatum di Saddam all'Onu Le dichiarazioni del raiss in occasione del 7° anniversario della guerra Il rappresentante Usa: «Sta sognando». Ma il fronte alleato non è così saldo NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Ancora cinque mesi per toghere le sanzioni o le Nazioni Unite e i loro ispettori possono scordarsi la «cooperazione» dell'Iraq. Lo ha detto Saddam Hussein ieri, nell'occasione più acconcia: la celebrazione del settimo anniversario della guerra del Golfo. Più esattamente il Presidente iracheno ha detto che se le sanzioni non saranno tolte lui «seguirà le indicazioni dell'Assemblea nazionale», cioè il Parlamento di Baghdad il quale tempo fa ha per l'appunto votato un documento in cui invita Saddam a cessare ogni coopera- zione con gli ispettori dell'Onu se entro il 20 maggio non avranno dichiarato concluso il loro lavoro. «Sta sognando», è state il commento di Bill Richardson, il rappresentante americano alle Nazioni Unite, intervistato dalla Cbs. Le sanzioni, ha aggiunto, saranno tolte solo dopo che il governo iracheno avrà consentito «un pieno e libero accesso a tutti i luoghi di produzione delle armi di distruzione di massa». Il classico gioco del serpente che si mangia la coda, insomma, quello che Baghdad e Washington hanno avviato, ma gh esiti sono piuttosto incerti. Lo dice il modo in cui si è risolta la disputa di qualche settimana fa sugli ispettori di nazionalità americana (quando gh Stati Uniti sono stati costretti a constatare che l'unità di un tempo contro l'Iraq non c'era più) e lo dice soprattutto l'ultima delle dispute sugli ispettori: quella dell'altro ieri che ha visto una reazione più blanda che mai da parte del Consiglio di Sicurezza. Richardson, nella sua intervista alla Cbs, dice che Washington sta «perdendo la pazienza» con l'Iraq, ricorda alla comunità internazionale che «quell'uomo, quel Paese, quel gover¬ no sono un pericolo per tutto il mondo» e fa anche presente che «l'opzione militare» è sempre in piedi; ma stando all'aria che tira all'Orni sembra piuttosto accurato il commento che faceva ieri uno di quei diplomatici che parlano solo a patto di non essere nominati: «A occhio, mi sembra che a sognare sia più lui, Richardson». Una delle cose su cui quella battuta poggia è che Richard Butler - cioè l'australiano a capo degh ispettori dell'Onu che l'altra volta si batté a fondo contro la «discriminazione» che gli iracheni volevano fare nei confronti dei suoi uomini di nazionalità americana, sostenendo che quell'uscita di Baghdad era dovuta al fatto che gh ispettori stavano per trovare delle prove irrefutabili che la produzione di armi di distruzione di massa continuava - è in viaggio proprio per l'Iraq, con in valigia un atteggiamento decisamente conciliante. Ieri Butler è arrivato nel Bahrain e domani partirà per Baghdad. La sua missione è di discutere con i rappresentanti del governo iracheno e di riferire, venerdì prossimo, al Consiglio di Sicurezza. Ma intanto fermandosi a Parigi dove ha in contrato il ministro degh Esteri francese Hubert Vednne, Butler ha detto cose che con le sue frasi bellicose di alcune setti mane fa hanno molto poco da spartire. L'Iraq, ha detto, ha fatto «notevoli progressi» nello smantellamento dei suoi prò getti di armi nucleari e biologi che e lo scopo del suo viaggio L quello di «ascoltare Baghdad affinché le sue legittime esigenze di dignità e di sovranità vengano prese in considerazione» Se insomma gh Stati Uniti stan no perdendo la pazienza, l'Onu sembra invece averla trovata Franco Santarelli r Saddam Hussein dà un ultimatum agli Usa e alle Nazioni Unite r

Persone citate: Bill Richardson, Butler, Franco Santarelli, Richard Butler, Richardson, Saddam Hussein