Gli islamici: in Turchia faremo un altro partilo
Gli islamici: in Turchia faremo un altro partilo Ankara La procura: lo bandiamo e incriminiamo Erbakan Gli islamici: in Turchia faremo un altro partilo ANKARA. I quattro milioni e mezzo di membri del partito islamico Refah hanno ieri reagito con calma assoluta in tutta la Turchia allo scioglimento della principale formazione politica del Paese, accogliendo gli inviti alla moderazione rivolti dal loro leader Necmettin Erbakan. L'ex premier ha invitato a non scendere in strada «per evitare provocazioni»; ma la procura di Stato ha annunciato che non appena sarà entrata in vigore la sentenza emanata ieri, dalla Corte suprema, lui e gh altri leader del partito potranno essere incriminati per «istigazione all'odio nazionale per motivazioni religiose». L'effettiva messa al bando del Refah e la confisca dei suoi beni non avverranno che dopo la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale della sentenza. Il quartier generale del partito ad Ankara era ieri assediato da giornalisti e polizia. Un nuovo partito, «Virtù», è stato già fondato dai simpatizzanti islamici, ma potrebbe non essere l'unico contenitore del movimento. Erbakan ha detto che «un atteggiamento giuridico come quello della Corte suprema non esisteva neanche all'età della pietra». Gli ha fatto eco Lutfi Esengun, della direzione: «Possono anche cambiare il nome e il simbolo, ma continueremo sulla nostra strada». Ma il procuratore generale Vural Savas, colui il quale ha chiesto e ottenuto la messa fuori legge del partito, ha affermato che qualsiasi altra nuova formazione islamica potrà essere chiusa se saranno provati i suoi legami con Refah. Savas ha aggiunto di non avere alcun rimpianto per la sua iniziativa. «Ho reso un grande servizio. Coloro che strumentalizzano la religione a fini politici fanno il danno peggiore alla religione», ha dichiarato. (Ansa-Agi]
Persone citate: Erbakan, Necmettin Erbakan, Vural Savas
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