«Cosa 2» nella bufera Tutti contro D'Alema

«Cosa 2» nella bufera Tutti contro D'Alema Scontro sul nome «pds-sinistra democratica» «Cosa 2» nella bufera Tutti contro D'Alema Amato si ribella: non sto con chi giudica vergognoso il mio passato ROMA DALLA REDAZIONE Parto lungo e sofferto quello del nuovo partito della sinistra, attualmente classificato ancora come «Cosa 2». Sigla anonima foriera di equivoci. «Su questo nome pesa un copyright un po' imbarazzante, che impone un cambiamento» ha detto scherzando, ma non troppo, Marco Minniti. Che è capo dell'organizzazione del pds e l'architetto incaricato di costruire la nuova casa della sinistra, compresa la targa sulla porta. Secondo Minniti c'è il rischio che la «Cosa 2» finisca per avere assonanze indesiderate con «Cosa nostra 2» di cui cominciano a parlare i magistrati siciliani. Ma come si dovrà chiamare il nuovo partito di cui a sinistra si discute da circa un anno e mezzo? Il dibattito è aperto e acceso, come si suol dire. D'Alema vuole che rimanga la parola «partito» e che ci sia anche socialismo. Valdo Spini, segretario del partito laburista, concorda pienamente: «Sbaglia chi pensa che con l'ipotesi della Cosa 2 il pds possa fare un passo indietro rispetto alla scelta del socialismo europeo». Secondo le ipotesi finora circolate, il partito che dovrebbe nascere a Firenze il prossimo 13 febbraio, potrebbe chiamarsi Partito democratico della sinistra-Sinistra democratica. E cancellerebbe il simbolo del pei, che sopravvive sotto la Quercia, per sostituirlo con la rosa nel pugno. Ma i Cristianodemocratici di Pierre Camiti sono msorti perché considerano riduttivo parlare solo di sinistra e socialismo. Manifestando la loro «totale insoddisfazione» per il nome proposto e dicendo, come fa Mimmo Lucache se così andrà a finire, loro dovranno pensare ad una «Cosa 3».Insomma, la storia del nuovo partito rischia di finire in barzelletta. Nell'attesa troppo lunga del giorno dell'incontro il progetto ha perso per strada pezzi importanti, come il socialista Giuliano Amato. L'uomo sul quale D'Alema aveva fondato tutta l'operazione. Ora Amato - pur confermando che si recherà agli Stati generaldella Cosa 2 a Firenze - fa un suo convegno (a Roma, martedì prossimo) dal titolo melanconico«Era una cosa grande, ne vale anIn altopds MassiQuGiulian ra la pena?». Che è il rimanegamento del titolo del documen euforico («Una cosa grande, ne ale la pena») col quale, 16 mesi , socialisti e laici avevano acttato di confluire in un unico artito delle forze che si ispirano socialismo europeo, risponendo all'appello di D'Alema. C'è la vergogna di chiamarsi soalisti? Se c'è anche solo un filo vergogna a parlare del mio assato, perché lo si ritiene sconeniente - ha detto ieri sera Amao - ciò mi provoca un disagio ersonale e politico tale per cui n progetto comune non mi inteessa. Sento il bisogno struggente che l'operazione politica giunga all'approdo, ma è dirimente la questione del mio passato». Nell'attesa della «Cosa 2» hanno preso il largo anche Giorgio la Malfa, Enrico Boselli e Antonio Maccanico, che si sono messi in proprio creando una «Cosa laica» (Federazione dei democratici, liberali, repubblicani e socialisti) che punta, secondo loro, ad ottenere il 5-10 per cento nelle varie elezioni amrnini strative che ci sa ranno da primavera all'autunno. In pratica, pare vogliano ripetere il tentativo di tenersi le mani libere tra popolari e pds, che già tentò Lamberto Dini, con risultati del tutto deludenti. A sera, Minniti ha risposto accomodante ai vari contestatori che «non c'è alcuna proposta definitiva sul nome e sul simbolo. E nessuna bufera. Decideremo tutti insieme». In realtà, il nome sembra un pretesto per manifestare delusione e voglia di sondare altre strade. L'iniziativa di Cossiga al centro potrebbe diventare una variabile nuova e i «piccoli» di vario colore vogliono capire di che si tratta. Massimo D'Alema, intanto, guarda avanti e stila l'oroscopo politico per il 1998 che, secondo lui sarà un anno «di stabilità. Non prevedo scossoni». Un modo per dire ai tanti che si agitano per arrivare preparati a possibili elezioni anticipate ad ottobre, che lui farà di tutto per impedirle. E così rilancia la necessità di riallacciare rapporti con Forza Italia. «Un partito che ha avuto otto milioni di voti, da solo» risponde a quanti gli ricordano che «il vertice di FI è tutto sotto processo». Anzi, considera un atto di civiltà la propria decisione di non aver preso la parola sul caso Previti. eader D'Alema pra Amato In alto il leader pds Massimo D'Alema Qui sopra Giuliano Amato

Luoghi citati: Firenze, Roma