«Non abbandonate la chemioterapia»

«Non abbandonate la chemioterapia» Ospedali in tilt in tutta Italia, sotto assedio la casa di Di Bella. Il figlio: rimanete nei reparti «Non abbandonate la chemioterapia» Appello dei primari oncologici ai malati di cancro MODENA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Non lasciate i reparti». L'appello arriva dal figlio di Luigi Di Bella. «Faciamo un'enorme fatica a seguire la grande quantità di pazienti già in cura e questo è tutto volontariato», ha dichiarato al Tg5. Un appello che si accoda a quello lanciato dai primari oncologici. «I malati di cancro devono essere informati del grave rischio di sospendere, in modo arbitrario e sull'onda dell'emotività, le chemioterapie in corso, perché questo potrebbe provocare seri danni», dicono al «Collegio italiano primari oncologici medici ospedalieri», che raccoglie i 52 primari italiani. Sull'onda emotiva del caso Di Bella si sta diffondendo sempre più la sfiducia nei confronti delle terapie tradizionali anti-cancro. «La chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia rappresentano le uniche armi scientificamente provate per guarire oltre il 50 per cento dei tumori. Quindi si diffidano - dicono i primari i propugnatori di terapie non scientificamente provate o in via di sperimentazione a screditare l'operato della categoria». Il riferimento è proprio al professor Di Bella, che in più di un'occasione ha contrapposto la propria terapia «non tossica» a quelle tradizionali. L'appello degli oncologi nasce «a fronte del disagio e dell'angoscioso turbamento dei pazienti, e delle incertezze loro indotte dal consiglio di abbandonare la chemioterapia perché nociva». Intanto proprio ieri un paziente ricoverato all'istituto per la cura dei tumori «Pascale» di Napoli, Vittorio Caprio, da tempo in terapia, è stato dimesso, subito dopo la notifica alla direzione sanitaria della sentenza del pretore che obbligava la somministrazione della somatostatina. Il giudice aveva accolto il ricorso disponendo che il «Pascale» - che è stato mdividuato dal ministero della Sanità come uno dei presidi dove avviare la sperimentazione del protocollo Di Bella - provvedesse alla somministrazione gratuita della somatostatina. Anche ieri, intanto, gli ospedali pugliesi sono stati «presi d'assalto» da malati di cancro o loro familiari. Al «Fallacara» di Triggiano (Bari) la somatostatina è stata «razionata»: sei fiale per volta a chi ne ha diritto - i residenti in Puglia o quelli le cui condizioni sono tali da richiedere il ricovero ospedaliero - per far fronte alle richieste sempre più numerose. In provincia di Foggia continuano gli «assalti» agri sportelli della Asl Foggia 3 per chiedere informazioni sulle modalità di compilazione delle domande da presentare per la richiesta del protocollo Di Bella. Mentre negli ospedali la situazione resta «calda», governo e Regioni chiedono alla commissione d'esperti di definire entro quindici giorni il protocollo terapeutico necessario per la sperimentazione della cura Di Bella. Per i risultati, invece, ci vorranno tempi più lunghi: secondo il Premio Nobel Renato Dulbecco si potrà sapere qualcosa già dopo tre mesi se Di Bella renderà disponibili le informazioni. Chi sembra non aver fretta è proprio l'anziano fisiologo di Modena che dopo la «pace» con il ministro Bindi e l'avvio della collaborazione con la commis- sione oncologica s'è ritirato a Modena a visitare i pazienti nello studio di via Marianini circondato, com'è ormai consuetudine, da malati a caccia di un appuntamento. Tanto che l'entourage del professore ha dovuto lanciare un nuovo appello, invitando tutti a non fare viaggi inutili: «Impegnato com'è con i pazienti che ha in cura da tempo e adesso anche con la commissione oncologica, in questo momento non c'è assolutamente la possibilità che il professor Di Bella possa vedere altri malati - fanno sapere dal quartier generale -. Invitiamo i malati a non recarsi presso l'abitazione del professore. Da qui a poco potranno rivolgersi alle strutture pubbliche per accedere eventualmente alla sperimentazione». Ma è fiato sprecato: anche ieri una decina di persone stazionava davanti alla villetta di via Marianini. E tanti, centinaia e centinaia, ogni giorno bombardano di richieste i centralini di Comune, Policlinico, Usi nella speranza di procurarsi un «aggancio» con il professore. La pressione da tutt'Italia è talmente forte che l'altra sera il Consiglio comunale ha deciso di prestare concreta attenzione ai problemi legati all'accoglienza dei malati. Una prima misura potrebbe essere l'istituzione di un numero verde attraverso il quale fornire informazioni, indirizzi e recapiti utili. Raffaella Quaquaro A sinistra una paziente in cura nell'Istituto dei Tumori di Milano e il ministro della Sanità Rosy Bindi E la somatostatina è stata razionata al «Fallacara» in Puglia: soltanto sei fiale ai residenti e malati gravissimi