Prodi dimena il cupo della polizia di Francesco Grignetti

Prodi dimena il cupo della polizia Rivoluzione tra le forze dell'ordine: il coordinamento affidato a Napolitano Prodi dimena il cupo della polizia Tutto il potere al Viminale ROMA. Ormai è deciso, anche se manca il testo definitivo e il governo s'è preso ancora una settimana per «limare» gli emendamenti: l'esecutivo metterà mano all'annosa questione del coordinamento tra le forze di polizia accentrando tutti i poteri nella persona del ministro dell'Intorno. Riaffermando la supremazia della politica sui tecnici, e in pratica dimezzando le funzioni attuali del capo della polizia, Giorgio Napolitano cerca la quadratura del cerchio. Il famoso coordinamento - nodo inestricabile su cui si infrangono da sempre le gelosie di polizia, carabinieri e finanzieri - sarà compito personale del ministro. Se poi questo significherà che i prefetti diventeranno molto più potenti di quanto siano oggi a scapito dei dùigenti di Questura, e se nascerà mi Ufficio per il coordinamento nell'ambito del suo gabinetto, lo si vedrà solo dal testo degli emendamenti. «Ci saranno novità anche per la polizia», s'è limitato a dire Napolitano, mtercettato dai giornalisti sul portone di palazzo Chigi. Del problema ne hanno parlato ieri pomeriggio tutti i ministri interessati in un vertice a palazzo Chigi. Erano presenti Romano Prodi, Giorgio Napolitano e il suo sottosegretario Giarmicola Smisi, Vincenzo Visco (per la Guardia di Finanza), Beniamino Andreatta (per l'Arma dei carabinieri), Giovanni Maria Flick (per la polizia giudiziaria e per quella penitenziaria). Mercoledì della settimana prossima, ha promesso Napolitano uscendo, al Senato saranno depositate le proposte scritte del governo. Immediatamente dopo partirà la discussione sul nuovo assetto delle polizie in Italia. Discussione solo apparentemente arida, se si considera che i carabinieri non soltanto diventeranno tuia forza armata autonoma che dipenderà direttamente dal capo di stato maggiore della Difesa (quasi una quarta forza armata), ma si apprestano a coronare il loro lungo sogno di sganciamento dall'autorità ingombrante del capo della polizia. Dipenderanno direttamente dal ministro dell'Interno, alla pari della polizia di Stato. Un innegabile successo per i militari. Ma il governo, su questo punto, non ha alcuna intenzione di battere la grancassa, anche per non urtare le sensibilità in gioco. I carabinieri saranno una forza autonoma?, hanno chiesto a Napolitano. E lui: «Questo è già previsto nel disegno di legge in discussione insieme a norme sulla Guardia di Finanza». Ma l'occasione di rimettere mano alle forze di polizia porta con sé innumerevoli aspetti. Che fare dei servizi speciali centralizzati, ad esempio? I famosi Ros, Gico e Sco resteranno in vita oppure no? Anche qui non c'è una decisione formalizzata, ma prende sempre più corpo l'idea della «territorializzazione». Ossia la fine del potere autonomo di investigazione sull'intero territorio nazionale. Resteranno comunque in vita degli organismi di collegamento e di analisi centralizzata. Contestualmente si pone il problema della polizia giudiziaria, che probabilmente andrà riorganizzata su nuove basi. Venendo a mancare i corpi autonomi d'investigazione, molto personale specializzato sarà messo a disposizione delle singole procure. Ma potrà indagare solo su singole inchieste, non più a tutto campo. Terzo problema, i nuclei settoriali. I famosi Nas (Sanità), Noe (Ambiente), Tutela patrimonio artistico (Beni culturali) e quant'altro. Praticamente non c'è oggi un ministero che non abbia la sua minipolizia alle dirette dipendenze di un ministro. Questa frammentazione - s'è battuto Napolitano - deve finire. E tutte andranno ricondotte alla dipendenza funzionale dal Viminale. Il quale centro, in seconda battuta, deciderà come e se organizzare i nuclei di settore. E già che ci si trovano, i ministri intendono risolvere anche alcuni problemi sindacali che si trascinano da tempo. Il caso degli ispettori che coinfluirebbero nel ruolo dei commissari, ad esempio. Francesco Grignetti vittoria dell'Arma: diventerà autonoma e avrà il ministro dell'Interno come unico referente In bilico il futuro dei corpi speciali: Ros, Gico e Sco forse non opereranno più in campo nazionale La riforma del coordinamento tra le forze di polizia dà più autonomia ai carabinieri

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