L'Onu consegna la Slovenia Est

L'Onu consegna la Slovenia Est L'Onu consegna la Slovenia Est Mia Croazia: si tenta la convivenza coi serbi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Dopo sette anni la guerra in Croazia termina ufficialmente lì dov'è cominciata: in Slavonia dell'Est. Con una cerimonia di addio alle forze di pace dell'Orni (Untaes) che si ritirano dopo due anni di amministrazione transitoria, ieri la regione è ritornata sotto la sovranità di Zagabria. E' finito così il processo di reintegrazione pacifica dell'ultimo pezzo di territorio croato occupato dalle formazioni paramilitari serbe. Nel novembre del '95, al momento della firma dell'accordo di Erdut, pochi credevano a una soluzione di pace, e tantomeno che croati e serbi potessero vivere di nuovo insieme. Anche perché la Slavonia dell'Est, che confina con la Serbia, è stata teatro delle più grandi atrocità commesse nella guerra. Attaccata dalle unità dell'esercito jugoslavo e dalle milizie serbe, la regione è stata bombardata senza tregua per tutto l'autunno del '91, con più di duemila morti e al¬ trettanti dispersi. La città martire di Vukovar è stata rasa al suolo dopo tre mesi di feroce assedio. La regione, prima della guerra a maggioranza croata, è stata etnicamente ripulita: centomila croati sono stati scacciati dalle loro case. Ma dopo due anni di arnministrazione dell'Orni, che in Slavonia dell'Est ha conseguito uno dei suoi più grandi successi sul terreno, le cose sono cambiate. Sotto la guida dell'ex generale americano Jean Paul Klein, attualmente in missione in Bosnia e cui va gran parte del merito, i caschi blu sono riusciti a smilitarizzare la zona, ma soprattutto a convincere i serbi a rimanere e ad accettare la sovranità di Zagabria, prendendone i documenti e partecipando alle elezioni. Benché molti siano partiti, il tanto temuto esodo di massa non c'è stato. Decine di migliaia di serbi hanno deciso di restare. La loro situazione oggi è delicata. Dopo esser stati abbandonati da Belgrado, che li ha spinti alla guerra, adesso dovranno affron¬ tare il ritorno dei profughi croati nelle cui case si sono sistemati. Benché il governo di Zagabria abbia garantito la sicurezza per tutti i cittadini della regione, sono in molti a temere rappresaglie. Lettere con minacce di vendetta sono giunte a molti serbi. Per evitare tensioni la Croazia insiste sul ritorno organizzato di tutti i profughi. Ma per le autorità il problema principale rimane la ricostruzione della regione devastata dal sanguinoso conflitto. «Abbiamo bisogno di due miliardi e mezzo di dollari per ricostruire la Slavonia dell'Est. Ci aspettiamo l'assistenza finanziaria della comunità internazionale», ha detto un inviato del presidente Tudjman. In occasione del sesto anniversario dell'indipendenza della Croazia e della reintegrazione della Slavonia orientale, a Zagabria è giunto ieri, su invito personale di Tudjman, l'ex presidente italiano Cossiga, il primo Capo di Stato ad aver visitato nel gennaio del '92 la neonata Repubblica. li.b.l

Persone citate: Cossiga, Jean Paul, Tudjman