Sorgi: macché crollo Il mio Tg è cresciuto di Marcello Sorgi

Sorgi: macché crollo Il mio Tg è cresciuto Sorgi: macché crollo Il mio Tg è cresciuto ROMA ARCELLO Sorgi, direttore del Tgl, non accetta il ruolo di bersaglio fisso e respinge le critiche. Ecco alcuni stralci dell'intervista che ha rilasciato al mensile «Prima», in edicola tra qualche giorno. Il Tgl perde ascolti e naviga nella tempesta... «Cominciamo dagli ascolti: io questo crollo non lo vedo. L'anno Auditel s'è chiuso con un incremento di oltre un punto e una media del 38,35 per cento di share. Un risultato senza precedenti che batte il record del 1996.1 tg delle ore 20 e quello delle 13,30 sono stabilmente il primo e il secondo per gli ascolti. Siamo primi al mattino, e dal mattmo alla sera. Il nuovo rotocalco del Tgl, "Primaditutto", fa ormai più ascolti di "Verissimo", il suo diretto concorrente su Canale 5. In una delle ultime domeniche Tv7 ha superato "Target". La trasmissione di informazione più seguita di tutto il 1997 (10.300.000 ascoltatori) è stata la diretta del Tgl sui funerali di Lady D. Questo è il nostro bilancio, queste sono le nostre cifre. Se mi trova un Tg che vada meglio del Tgl...». E' sicuro di non avere niente da rimproverarsi? In fondo, lo ha scritto anche qualche giornale, il Tgl è sempre lo stesso: tutto Papa e politica, cronaca contenuta e crostate istituzionali. «Ho letto anch'io queste cose... Lo guardino il Tgl, prima di giudicarlo e scopriranno quanto e cambiato. E' cambiato nel linguaggio, nei titoli, nella scaletta degli argomenti, nei volti di giovani giornalisti che cominciano ad affacciarsi». Perché, allora, tanti dicono che è un Tg di regime? «Le rispondo con Montanelli perché condivido in pieno quello che ha scritto sul "Corriere". In questo Paese non c'è regime: sono gli italiani che si schierano sempre dalla parte di clù vince». E quindi anche lei cucina la minestra che gli italiani preferiscono. E' cosi? «Io so che su questo Tgl ho scommesso venticinepae anni di professione e la mia personale credibilità. Per questo, cerco di fare un telegiornale serio, equilibrato e istituzionale. Poi faccio i conti con le regole rigide come la "par condicio" e con cifre come quelle dell'Osservatorio di Pavia con le quali non è consentito scherzare. Mentana, se vuole, può fare di un congresso di partito uova strapazzate. Noi dobbiamo misurare tutto con grande attenzione. E, se sgarriamo, i numeri di Pavia ci condannano e arrivano le convocazioni della commissione di Vigilanza». Dopo quel che è successo, non s'è pentito di non aver mandato in onda il telegiornale la sera del «Macbeth»? «Francamente no. Spero solo che un'altra volta ci sia il modo di trovare una soluzione che non danneggi il Tg né i programmi di rete». Ma non c'è solo l'incidentetrabocohetto del «Macbeth»... «Su Raiuno l'ascolto va a singhiozzi... E al momento in cui partono le sigle del Tgl e del Tg5 noi cominciamo con due milioni di ascoltatori di meno. Ogni sera ci tocca riprendere tutto quello che si è perso per strada. E' una fatica». E se invece questa crisi fosse l'inizio della fine? «Non ci credo e, comunque, faccio i miei scongiuri. Prenda nota: a Capodanno il Tg5 ha "bucato" lo scontro Di Pietro-Scalfaro. La sera dopo gli è sfuggita la notizia di Fede che sbanca Montecarlo. E, per parlare di Strehler, dopo la morte e le polemiche sull'eredità, la vedova ha scelto il Tgl». Marcello Sorgi

Persone citate: Di Pietro-scalfaro, Mentana, Montanelli, Strehler

Luoghi citati: Montecarlo, Pavia, Roma