Allarme Di Pietro, la casa ai raggi X
Allarme Di Pietro, la casa ai raggi X Un detenuto comune avvisa il senatore, Digos e artificieri perquisiscono l'abitazione di Curno Allarme Di Pietro, la casa ai raggi X «Un missile della mafia doveva uccidere l'expm» MILANO. Il questore di Bergamo, Francesco Colucci, getta acqua sul fuoco: «E' stato un normale accertamento tecnico, il resto è fantascienza». Ma la notizia di una «bonifica» antiesplosioni, accompagnata da una ricerca durata alcune ore di materiale metallico che potesse servire per guidare la traiettoria di un missile nella casa di Curno di Antonio Di Pietro, è qualcosa di più di un normale controllo di routine. Soprattutto perché scatta, sebbene soltanto «incidentalmente», proprio nel giorno in cui l'ex boss Giovanni Brusca rivela un progetto della mafia, nel lontano 1992, per uccidere l'allora pubblico ministero Di Pietro. Due fatti scollegati tra loro che riportano però la tensione intorno all'ex magistrato, già in passato oggetto di pesanti minacce, a livelli piuttosto alti. Anche se l'allarme attentato per l'ex simbolo di Mani pulite ha questa volta origini sulla cui attendibilità non mancano perplessità: sarebbe stato infatti un detenuto comune di origine slava del carcere di Brescia, condannato a 10 anni di reclusione, a far sapere con una lettera inviata il 30 dicembre scorso direttamente a Di Pietro - e a questo arrivata pochi giorni fa - che qualcuno avrebbe voluto ucciderlo con un lanciamissili il cui proiettile sarebbe stato guidato da una massa metallica collocata, non si sa bene come, nell'abitazione di questo a Curno. La segnalazione, girata al¬ la Procura, ha fatto scattare i controlli che l'altro ieri pomeriggio sono stati svolti da tre agenti della Digos e due artificieri dei carabinieri chiamati da Milano. Controlli accurati che non hanno dato esito: del resto collocare un ordigno o un oggetto metallico nella casa di Di Pietro a Curno non è un'operazione facile. L'ex cascina ristrutturata del senatore, situata alla periferia della cittadina e confinante con la campagna, è controllata 24 ore su 24 da una postazione fissa dicarabinieri. Avvicinarsi senza essere notati è praticamente impossibile. «Sia dal punto di vista della fonte sia da quello dell'esecuzione tecnica del fatto, la segnalazione di un attentato sembrava poco attendibile perché la casa di Di Pietro è sorvegliata giorno e notte», spiega il questore Colucci. «Comunque - conclude - il nostro dovere è quello di andare fino in fondo e abbiamo fatto gli accertamenti tecnici che hanno dato esito negativo». Di Pietro preferisce non commentare: dopo una giornata passata in Senato, si allontana con la scorta verso Sora, un paesino laziale, per un incontro con esponenti del Ccd. Il suo legale, l'avvocato Massimo Dinoia, si limita a confermare l'avvenuta «bonifica». E il pm di Bergamo, Mario Conte, che ha ordinato l'operazione nella villetta di Di Pietro a Curno, laconicamente smentisce che nell'occasione, come riportato inizialmente da alcune agenzie, si sia approfittato anche per perquisire l'abitazione dell'ex collega: «A Curno - dice - è stato fatto un accertamento tecnico disposto dalla procura di Bergamo, ma non vi è stata alcuna perquisizione. Questa è l'unica dichiarazione che posso fare e garantisco che corrisponde a verità». Infine il procuratore Francesco Borrelli dichiara di non saperne nulla. Ricorda invece il rapporto dei Ros del 1992 che segnalava la possibilità di un attentato ai danni di Di Pietro e in alternativa, del giudice Paolo Borselli L t rt no. Lo stesso rapporto tornato d'attualità nel processo Brusca: «Ricordo - dice Borrelli che il rapporto si basava su segnalazioni e confidenze che, se non ricordo male, provenivano dal circuito carcerario. All'epoca non venne dato un grande peso a questo rapporto, visto che le segnalazioni di attentati contro Di Pietro erano numerosissime. E questo rapporto non era segnalato come più allarmante di altri. Comunque lo inviammo a Brescia». La segnalazione dei Ros, giunta pochi giorni prima dell'attentato a Borselhno, venne in seguito archiviata dal gip Anna Di Martino di Brescia per la parte che riguardava il possibile attentato a Di Pietro. Paolo Colonnello nante con la campagna, è controllata 24 ore su 24 t,pne nella villetta di Di Pietro a Curno, laconicamente smentisce che nell'occasione, come riportato inizialmente da alcune agenzie, si sia approfittato anche per perquisire l'abitazione dell'ex collega: «A Curno - dice - è stato Bergamo, la questura frena «Solo un accertamento tecnico Il resto è pura fantascienza» I mi | ■ I . 11 11 A sinistra Antonio Di Pietro Sopra il procuratore di Palermo Giancarlo Caselli Sotto Di Pietro ai funerali di Falcone Bergamo, la questura frena «Solo un accertamento tecnico Il resto è pura fantascienza»
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