latte, la polizia ferme la marcia su Roma

latte, la polizia ferme la marcia su Roma latte, la polizia ferme la marcia su Roma Denunciati 185 allevatori. Sinisi: costretti ad agire ROMA. E' accaduto a distanza di poche ore: il Senato che approva il decreto che prevede la restituzione parziale agli allevatori del superprelievo sulle quote latte (1100 miliardi) e la protesta sulle strade che finisce con il sequestro dei trattori, con le denunce, con gli scontri tra allevatori e polizia. E per oggi è indetta una manifestazione dei Cobas a palazzo Madama, «pacifica, civile e legale a patto che questi termini abbiano lo stesso significato per tutti». A Roma l'episodio più grave. Alle 5 e un quarto - secondo la versione esposta al Senato dal sottosegretario all'Interno Giannicola Sinisi «125 trattori, in file parallele tanto da occupare l'intera carreggiata, si sono immessi sull'Aurelia a Torrimpietra, diretti verso Roma, causando un pericolo per la circolazione». Un quarto d'ora dopo carabinieri e polizia hanno bloccato il corteo, lungo un chilometro e mezzo. Risultato: 185 allevatori sono stati condotti nella scuola Ji polizia di Castel Lombroso e denunciati per blocco stradale e manifestazione non autorizzata, mentre i mezzi sono stati sequestrati. Tafferugli sono invece scoppiati al presidio dei Cobas di Marcaria a Mantova. Un allevatore dei Cobas, Angelo Perotti, 53 anni, è stato medicato all'ospedale Oglio Po di Casalmaggiore (Cremona) per una contusione al volto. I disordini sono avvenuti quando gli allevatori hanno deciso di mettersi in corteo, trovando un ingente spiegamento di forze dell' ordine. Il vicequestore di Mantova ha mostrato l'ordinanza con cui il prefetto ha bloccato per i prossimi giorni la circolazione con i trattori sulle strade mantovane. A questo punto, le versioni sono discordanti: secondo la polizia'sono stati gli allevatori a forzare il posto di blocco; un agente si sarebbe trovato da solo in mezzo a un gruppo di allevatori e nel divincolarsi avrebbe colpito a un occhio Angelo Perotti. Secondo gli allevatori sono stati i poliziotti a caricare mgiustificatamente. Le manifestazioni di protesta hanno causato disari anche a chi D viaggiava in treno. Dalle 14,35 alle 15,20 la circolazione sulla linea Milano-Venezia è stata bloccata da un intervento della polizia per motivi di ordine pubblico. I Cobas degli allevatori avevano infatti schierato i trattori ai piedi della massicciata ferroviaria e, per prevenire situazioni di pericolo, le forze dell'ordine hanno deciso di interrompere temporaneamente la circolazione dei treni. Poi il transito è ripreso a velocità ridotta. Un secondo blocco è stato interrotto intomo alle 23. Anche sulla Udine-Venezia, a Basiliano (Udine), i trattori giunti dal presidio di Codroipo hanno costretto i convogli a rallentare. Ieri sera si sono fatti sentire anche i Cobas del presidio di Villa Poma, lungo la ferrovia del Brennero: alle 22 una ventina di allevatori ha occupato a piedi i binari, bloccando due treni per 10 minuti. E' saltata invece la costi¬ tuzione di un superpresidio lombardo e i trattori hanno abbandonato le postazioni a pochi chilometri dall'aeroporto di Lutate. In fermento gli allevatori del Sud di Roma, partiti da Montecompatri per portare solidarietà ai colleghi bloccati sull'Aurelia. Non potendo entrare nella capitale con i mezzi agricoli, hanno usato le auto. In movimento sull'Aurelia anche i Cobas provenienti da Vicenza, Mantova, Modena, Brescia, Verona e Reggio Emilia con al seguito, oltre ai trattori, 2 autobotti spargiletame. Traffico nel caos sulla via Emilia, bloccata dai trattori degli allevatori parmensi, mentre i Cobas di Piacenza, Parma e Reggio assediano la sede del Consorzio del parmigiano reggiano a Reggio Emilia. Dure le reazioni delle forze di opposizione dopo gli interventi delle forze di polizia. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, annuncia una giornata di protesta, domani, «in tutti i capoluoghi padani contro il "manganellismo" del governo». Il presidente di An, Gianfranco Fmi, ha invitato la maggioranza a non gestire la protesta degli allevatori come un problema di ordine pubblico, ma a dare risposte in merito. L'ex ministro dell'Agricoltura Adriana Poli Bortone (An) ha parlato di «situazione esplosiva». Il vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Emidio Novi, ha definito il caso una «repressione di classe contro i piccoli imprenditori agricoli», e Ignazio La Russa (An), che è stato uno dei primi ad arrivare nella scuola di polizia dove erano stati portati gli allevatori, ha detto: «Questioni che potrebbero essere risolte per via politica debbono essere affrontate sempre con azioni di forza». [s. man.] Bossi: in Padania giornata di protesta anti manganellismo Forza Italia: Pinto e Napolitano devono dimettersi