«Questa è stata una reazione eccessiva» di M. Mol.
«Questa è stata una reazione eccessiva» «Questa è stata una reazione eccessiva» AURIZIO Gasparri, lei è stato sottosegretario agli Interni con Alleanza nazionale: perché il Polo parla di «regime di polizia» davanti al sequestro dei trattori? «L'azione delle forze dell'ordine a nostro avviso è stata sproporzionata rispetto alla natura ed alle dimensioni della protesta in corso. Mi chiedo perché simili contro-misure non vengono prese quando i disordini in piazza sono causati dai clandestini, dagli autonomi, dai centri sociali di mezza Italia. Mi sembra che far sfilare i trattori sia assai meno pericoloso che tirare delle molotov in mezzo alla gente. Sequestrare i trattori e portarli dentro le caserme, e poi fermare gli agricoltori, è il frutto di un eccesso di reazione». Onorevole, ma lei non ritiene che occupare le strade con i trattori, marciare nel cuore delle città, sia un reato? «Di blocchi lungo le strade e nelle città ne abbiamo visti fare numerosi da parte delle organizzazioni sindacali. Ma nessuno ha mai protestato, ha mai alzato la voce. Tutto è filato sempre liscio. Il punto è che quando il Leoncavallo paralizzava il centro di Milano c'era addirittura chi scendeva in strada per manifestare la propria solidarietà, per dimostrare un force consenso politico verso chi violava le leggi e i provvedimenti. Adesso invece nessuno si interessa alle ragioni di un'intera categoria, che invece vanno ascoltate con grande attenzione». Insomma, il reato per lei non c'è stato? n ■ «Vede, l'azione più violenta da parte degli agricoltori è stata quella di ricorrere al lancio di letame contro gli agenti della polizia. Ma io credo che se anche gli autonomi lanciassero solamente letame in questo Paese vi sarebbe meno violenza. Per non parlare poi di quanto avvenuto nel passato del nostro Paese. La realtà è che gettare letame è un gesto eclatante, puramente dimostrativo, che serve solo per attirare l'attenzione sul dramma di un'intera fascia di produttori che chiede di essere ascoltata dall'opinione pubblica e tutelata dal governo. Stiamo parlando di gente comune che passa le notti accampata sotto le tende, non di facinorosi e ribelli». Che cosa proponete per porre termine alla rumorosa protesta degli agricoltori? «Ci sembra una contraddizione che, mentre da un lato il Parlamento è impegnato a garantire le trentacinque ore di lavoro settimanale per i lavoratori, dall'altra si ricorre alla repressione con chi chiede solo di lavorare. E' un regime che usa due pesi e due misure, che non fa attenzione alle rivendicazioni dei produttori. Certo, lo fa con azioni provocatorie ma l'intenzione è quella di svegliare il Paese, senza fare del male a nessuno», [m. mol.]
Persone citate: Gasparri, Leoncavallo
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