PICCOLE RIVISTE CRESCONO

PICCOLE RIVISTE CRESCONO NUOVE INIZIATIVE PICCOLE RIVISTE CRESCONO Le domande di «Baumgarten» e le narrazioni di «Maltese» ATTENZIONE: se il buon giorno si vede dal mattino, ecco che qualcosa si sta risvegliando. Già si temeva che i trentenni non potessero produrre più nulla di buono, ed ecco che l'inizio del 1998 regala qualche speranza. A Torino e in regione vengono presentate due iniziative di un qualche interesse, anche se molto lontane tra loro: alla libreria Fontana, nel rinnovato spazio di via San Francesco, arrivano giovedì 15 gennaio, alle ore 21, i ragazzi terribili del «Maltese». Rivista di confine, quanto a sede ufficiale (il fondatore, Marco Drago, è un canellese, e a Canelli è la redazione) ma pure quanto a impulsi culturali: presenta narrazioni, cerca di offrire letture nuove che saranno famose nel 2000, e crriesce. L'ultimo numero, dedicato agli Anni Ottanta, è andato esaurito; quello ora in libreria (lo trovate alla Feltrinelli o da Comunardi) vi introduce ad alcuni giovani quali Luca Ragagnin (poeta, narratore, autore di «Adone fatto a pezzi», aiuto di Mao in alcuni suoi testi musicali, e commesso di libreria), Barbara Barbantini, studentessa di storia dell'arte, Matteo Galiazzo (già uscito da Einaudi con i racconti di «Una particolare forma di anestesia»), Ernesto Aloia, trentunenne di Moncalieri, e molti altri, di area astigian-cunees-torinese. La serata vi consentirà di fare domande e conoscere le idee aggressive di questi scopritori del nuovo. Hanno bisogno di appoggio, anche economico; il loro modo di lavorare, almeno a vedere la rivista, è interessante. Altra scoperta di inizio anno, è «Baumgarten»: otto pagine in bianco e nero di sei trentenni che fanno tutt'altro da quelli del «Maltese». Per quest'ultimi la rivista è la vita, la gavetta, il mestiere. Per Michele Mincato, Massimo Travostino, Alessandro Melano, Marco d'Arrigo, Andrea Ugona e Andrea Romanelli «Baumgarten» è un'occasione di incontro: la producono discutendo ogni lunedì sera in una casa dietro la Gran Madre, impaginando nelle ore morte d'ufficio, fotocopiando i cento numeri distribuiti agli amici (per ora...) nella copisteria sottocasa. «Baumgarten» è un po' un giornalino scolastico che nasce per non dare spazio alla noia del lavoro quotidiano. Quasi tutti vengono da giurisprudenza e hanno un lavoro solido e redditizio, non si occupano di politica, amano il cinema e il buon vino e vogliono capire perché esistono. La rivista dovrebbe servire a discutere questo non facile problema mettendolo in comune con i coetanei. Nel primo numero, da notare il paginone centrale su via Po, e le recensioni a Lue Besson. La distribuzione e la periodicità sono per il momento occasionali. Paolo Verri PICCOLE RIVISTE CRESCONO NUOVE INIZIATIVE PICCOLE RIVISTE CRESCONO Le domande di «Baumgarten» e le narrazioni di «Maltese» ATTENZIONE: se il buon giorno si vede dal mattino, ecco che qualcosa si sta risvegliando. Già si temeva che i trentenni non potessero produrre più nulla di buono, ed ecco che l'inizio del 1998 regala qualche speranza. A Torino e in regione vengono presentate due iniziative di un qualche interesse, anche se molto lontane tra loro: alla libreria Fontana, nel rinnovato spazio di via San Francesco, arrivano giovedì 15 gennaio, alle ore 21, i ragazzi terribili del «Maltese». Rivista di confine, quanto a sede ufficiale (il fondatore, Marco Drago, è un canellese, e a Canelli è la redazione) ma pure quanto a impulsi culturali: presenta narrazioni, cerca di offrire letture nuove che saranno famose nel 2000, e crriesce. L'ultimo numero, dedicato agli Anni Ottanta, è andato esaurito; quello ora in libreria (lo trovate alla Feltrinelli o da Comunardi) vi introduce ad alcuni giovani quali Luca Ragagnin (poeta, narratore, autore di «Adone fatto a pezzi», aiuto di Mao in alcuni suoi testi musicali, e commesso di libreria), Barbara Barbantini, studentessa di storia dell'arte, Matteo Galiazzo (già uscito da Einaudi con i racconti di «Una particolare forma di anestesia»), Ernesto Aloia, trentunenne di Moncalieri, e molti altri, di area astigian-cunees-torinese. La serata vi consentirà di fare domande e conoscere le idee aggressive di questi scopritori del nuovo. Hanno bisogno di appoggio, anche economico; il loro modo di lavorare, almeno a vedere la rivista, è interessante. Altra scoperta di inizio anno, è «Baumgarten»: otto pagine in bianco e nero di sei trentenni che fanno tutt'altro da quelli del «Maltese». Per quest'ultimi la rivista è la vita, la gavetta, il mestiere. Per Michele Mincato, Massimo Travostino, Alessandro Melano, Marco d'Arrigo, Andrea Ugona e Andrea Romanelli «Baumgarten» è un'occasione di incontro: la producono discutendo ogni lunedì sera in una casa dietro la Gran Madre, impaginando nelle ore morte d'ufficio, fotocopiando i cento numeri distribuiti agli amici (per ora...) nella copisteria sottocasa. «Baumgarten» è un po' un giornalino scolastico che nasce per non dare spazio alla noia del lavoro quotidiano. Quasi tutti vengono da giurisprudenza e hanno un lavoro solido e redditizio, non si occupano di politica, amano il cinema e il buon vino e vogliono capire perché esistono. La rivista dovrebbe servire a discutere questo non facile problema mettendolo in comune con i coetanei. Nel primo numero, da notare il paginone centrale su via Po, e le recensioni a Lue Besson. La distribuzione e la periodicità sono per il momento occasionali. Paolo Verri

Luoghi citati: Canelli, Lue Besson, Moncalieri, Torino