CHE MALANDRINA LA POVERA SISSI

CHE MALANDRINA LA POVERA SISSI CHE MALANDRINA LA POVERA SISSI Una principessa contro gliAbsburgo N Austria c'è un cimitero che sforna libri a getto continuo, la cupa e brutta Cripta dei Cappuccini, dove sono sepolti i membri della famiglia Habsburg. I becchini letterari l'hanno tutta setacciata, biografata, psicologizzata e perfino psicanalizzata. Ma non è finita, perché quest'anno, centenario della morte di Sissi, finiremo sicu ,ramente in un mare di retorica e di lacrime mitteleuropee. A Vienna, dove vivono sempre con il calendario in mano, hanno già oleato gli ottoni. Non è detto, però, che tutti suoneranno il Gloria, sia perché i viennesi sanno essere anche ironici, sia perché Sissi, horribile dictu, infangò la monarchia absburgica. E' ciò che le rimprovera tra le righe Gabriele Praschl-Bichler, una viennese. Scrive bene e conosce l'arte di farsi leggere, ma è tendenziosa e guarda con un occhio solo come la sogliola. Tutta intenta a magnificare Francesco Giuseppe, che di magnifico non aveva proprio niente, non perde occasione di criticare e di sfregiare la figura della Sissi. Per molti aspetti il suo libro è o vorrebbe essere ima specie di controcanto alla grande biografia di Sissi scritta da Brigitte Hamann, una tedesca. Intendiamoci, motivi per infrangere il mito di Sissi creato soprattutto da film dolciastri non mancano di certo: era isterica, egocentrica, fatua, sadica e acche notevolmente pazza, come un po' tutti i Wittelsbach. Apparteneva a quella pericolosa categoria di donne che risplendono di luce fredda come il crostaceo cypridina. Avvalendosi della sua conclamata bellezza, che per altro sfiorì molto presto, si divertiva a stuzzicare gh' uomini per poi lasciarli a bocca asciutta e rìdere alle loro spalle. Nel migliore dei casi, li chiamava «asini»; nel peggiore, «porci» o «verri». Fece così anche con il principe di Galles, il futuro Edoardo VH. Dopo aver architettato uno scherzo crudele con la nipote Maria Larisch, che la seguiva in Inghilterra, la gelida Sissi ac¬ consentì a ricevere nella propria camera lo spasimante e lo accolse in vestaglia di pizzo, sì da poterlo infregolare ulteriormente. Ma quando il poveretto, incoraggiato dall'abbigliamento della sua Aspasia, mcorninciò a fare gli occhi di basilisco e a fremere dal desiderio di volarle sulle penne, Elisabeth chiamò con un segno convenuto la nipote, affinché potesse ridere insieme con lei su quella fregola principesca. Si potrebbero fare altri esempi, ma credo che questo basti. Sì, l'imperatrice aveva moltissimi difetti; e l'uno più antipatico dell'altro. Ma il marito, quel Francesco Giuseppe che le prefiche mitteleuropee rimpiangono e vorrebbero rimettere sull'altare, ne aveva ancora di più. Per capirlo bisogna leggere le poesie della Sissi, pubblicate per la prima volta dalla bravissima Brigitte Hamann: Kaiserin Elisabeth, Dos poetisene Tagebuch, Wien 1983. Si dirà che tali poesie, dal punto L'IMPERATRICE ELISABETTA Gabriele Praschl-Bichler Longanesi pp. 285 L. 28.000

Persone citate: Brigitte Hamann, Edoardo Vh, Elisabetta Gabriele, Francesco Giuseppe, Habsburg, Kaiserin Elisabeth, Longanesi

Luoghi citati: Austria, Galles, Inghilterra, Vienna