Ma davvero Pasolini è Vanti Calvino? di Nico Orengo

Ma davvero Pasolini è Vanti Calvino? Ma davvero Pasolini è Vanti Calvino? A casa editrice Bollati Boringhieri, a Torino, abita in corso Vittorio, noi con Tuttolibri a La Stampa in via Marenco. Non siamo distanti, un paio di chilometri, più o meno. Eppure è dal 6 gennaio che aspettiamo un piccolo libro che già ha fatto tanto rumore: Pasolini contro Calvino di Carla Benedetti, docente di letteratura italiana all'Università di Pisa. Lo aspettiamo (non essendo ancora in libreria) da quel giorno in cui un'anteprima del Corriere della Sera ci ha informato dell'esistenza di un Pasolini incompreso e di un Calvino dittatore, di un Pasolini che fa rivivere la lotta dell'arte contro la sua istituzionalizzazione e un Calvino che esplicita la rinuncia della letteratura a incidere sul mondo. In attesa che il libro si possa leggere e capire quanto sia complessa, teorizzata, la tesi della Benedetti il titolo è già stato cambiato in Tutti contro Calvino. Il vitalismo di Pasolini contro la concettualità di Calvino, il rischio esistenziale di Pasolini contro l'attenzione alle rotte quotidiane. Pasolini ricerca, Calvino lavora per la promozione commerciale. Ma come? Uno che ama Stevenson e il «lato oscuro», uno che riscrive ie Fiabe italiane e scrive Palomarl II libro della signora Benedetti non indagherà un falso problema? Non è che entrambi gli scrittori affrontassero uno stesso problema, quello della letteratura, che è sempre ricerca e formalizzazione, parta dalle viscere o dal cervello? Nico Orengo

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