Asia in ripresa, Mibtel da record di Ugo Bertone

Asia in ripresa, Mibtel da record i tagli fiscali e il rigore promessi da Tokyo ravvivano le Borse del Far East Asia in ripresa, Mibtel da record Arrivano i miliardi ¥ mi per Giacarta MILANO. Respira il mondo delle Borse e Piazza Affari celebra la giornata in rosa dei listini con un nuovo primato assoluto. Poi, quasi a sottolineare che i problemi generali, al di là della riscossa dei prezzi, sono tutt'altro che superati, la Borsa italiana chiude con una lieve correzione al ribasso che, comunque, non impedisce di chiudere con il segno positivo (Mibtel +0,94 per cento). GB equilibri dell'economia mondiale, del resto, restano assai precari come dimostra la stessa violenta reazione aìl'insù dei mercati più colpiti dalle perdite dei giorni passati: Singapore +7,3%, eppoi Hong Kong, Kuala Lumpur e Manila, tutte tra il 5 e il 6 di rialzo, quindi, tra il 2 e il 3, ci sono Bangkok e Giacarta. Perché questa ripresa? Una prima spiegazione parte da Tokyo, altro listino in forte recupero (il 2,5%), da dove arrivano nuove promesse di tagli fiscali da parte di Ryutaro Hashimoto, il premier che ha già tagliato le imposte per 27 mila miliardi di lire. E' un segnale della volontà del gigante nipponico di fronteggiare la deflazione con misure che stimolino la domanda interna e non solo tramite una nuova, temutissima, espansione commerciale all'estero. Ma la chiave della sfida del Far East resta più che mai nelle mani degli Usa e del Fmi. Ha giocato, a vantaggio del clima più sereno, un ruolo la buona tenuta di Wall Street (confermata nella seduta di ieri) e, soprattutto, il pronto intervento degli inviati del presidente Bill Clinton, ovvero il sottosegretario al Tesoro Larry Sumere e il segretario alla difesa William Cohen, che hanno fatto la spola tra Giacarta e la Thailandia per sottolineare l'attenzione con cui gli Usa appoggiano le medicine del Fondo monetario internazionale. Infine, a Giacarta è iniziata la missione di Michel Camdessus, direttore del Fondo, per l'occasione una sorta di «ghostbuster» chiamato a scacciare i fantasmi della crisi finanziaria che lanciano segnali sinistri dall'Indonesia, il quarto Paese ai mondo per popolazione. «Il mio obiettivo è di riuscire ad arrestare e invertire la tremenda perdita di fiducia - ha detto al suo arrivo a Singapore lo stesso Camdessus - e di stabilizzare il mercato attraverso la disciplina e una forte accelerazione delle riforme strutturali». Fuori dal gergo diplomatico, si tratta, soprattutto, di convincere il vecchio dittatore Suharto ad adottare sul serio le misure di austerità e di contenimento degli investimenti già concordate con il Fondo e, nei fatti, accantonate a inizio anno, scatenando così l'ira dei mercati. Per evitare il collasso finanziario ci vorranno senz'altro, ha ribadito Camdessus, i 43 miliar¬ di di dollari di crediti finanziari che il Fondo ha destinato all'Indonesia (anche se diversi analisti sospettano che il «buco» delle società private e delle banche di Giacarata sia almeno di 60 miliardi); ma è necessario, soprattutto, che il Paese cambi rotta già prima delle elezioni di marzo quando l'opposizione sfiderà l'anziano Presidente. Suharto, in particolare, dovrà tenere a freno gli appetiti della sua voracissima famiglia, al centro di un reticolo di speculazioni di ogni genere che gravano sull'economia del Paese. E' il momento di fermare le attività dell'ultima moglie del Presidente, la signora Tien (o «Tien per cent» come la definisce la stampa del Far East...), o la gang dei tre Tommy, ovvero i tre (sui sei, in totale) più attivi figli del Presidente, definiti la «gang della Toyota», presenti in ogni attività industriale. Oppure Siti Prabowo, la sorellina più giovane, che non vuole affatto rinunciare al gigantesco, contratto per un ponte tra Sumatra e la Malaysia affidato da papà alla sua impresa di costruzioni. Non è facile il compito di Michel Camdessus che, però, tiene i cordoni della borsa e, alle spalle, ha il tifo delle Borse di tutto il pianeta. Ugo Bertone Il direttore del Fmi Michel Camdessus