La ripresa rallenta nel finale

La ripresa rallenta nel finale CONGIUNTURA Fermi a novembre '97 sia i prezzi alla produzione che quelli all'ingrosso La ripresa rallenta nel finale Ma è trainata da export e consumi di beni durevoli ROMA. Dal fronte dell'inflazione i segnali sono tutti positivi, ma sul finire del '97 produzione e prodotto interno lordo hanno mostrato segnali di rallentamento nella crescita. Sono, questi, gli ultimi dati che arrivano sull'Italia dell'economia. In particolare, il centro studi di Confindustria e Irs ieri hanno sottolineato che sono stati i consumi di beni durevoli e l'export a sostenere la ripresa nel terzo trimestre dello scorso anno. Al tempo stesso hanno stimato che la crescita della produzione industriale e del pil sia decelerata negli ultimi mesi dell'anno. La domanda finale - si legge nel mensile Congiuntura flash - potrebbe invece aver segnato un'accelerazione. Il mensile del centro studi di Confindustria sottolinea che nella seconda parte del '97 gli indicatori Iseo sugli ordini dei beni finali, interni ed esteri, hanno evidenziato un consistente miglioramento, mentre sono peggiorati gli indici di ordini di beni intermedi, sia dall'interno che dall'estero. E anche a livello internazionale le previsioni di fine '97 (Ocse e Fmi) prospettano una decelerazione della crescita, a seguito della crisi asiatica. Per quanto riguarda l'occupazione, l'associazione degli industriali ricorda che il calo tendenziale nell'agricoltura (-1,2%) e nei servizi (-0,8%) a ottobre è stato compensato dal miglioramento nell'industria (+1,3%). Quest'ultimo è un aumento che trova riscontro nel minor ricorso alla cig (-14,8% nel perio¬ do gennaio-ottobre). Il tasso di disoccupazione (12,4%) è in beve peggioramento rispetto all'ottobre '96 (12,2%). Nelle grandi imprese manifatturiere le retribuzioni per dipendente hanno segnato una crescita tendenziale del 5,2% (5,6% il costo del lavoro) nel periodo gennaio-settembre. E l'inflazione? Dopo che lo scorso anno la media è stata dell'1,7%, ci si aspetta ancora moderazione. Gli istituti di ricerca prevedono, infatti, che a gennaio il tasso annuo di inflazione resti fermo all' 1,5% di dicembre. L'aumento mensile dei prezzi al consumo dovrebbe essere contenuto allo 0,2%, un dato che, se sarà confermato la prossima settimana dalle città campione, sarebbe molto buono per un mese tradizionalmente «caldo» come gennaio. Intanto, nessun focolaio inflattivo viene segnalato dall'Istat nei prezzi alla produzione che nel mese di novembre hanno segnato un aumento dell'1,6% rispetto allo stesso mese del 1996 e dello 0,2% rispetto al mese precedente. Fermi anche i prezzi all'ingrosso che sono cresciuti a novembre dello 0,5% rispetto allo stesso mese del '96 e dello 0,3% rispetto al mese precedente. Ancora più positiva è la variazione dei prezzi alla produzione che risulta dalla media degli indici degli ultimi dodici mesi (da dicembre '96 a novembre '97) rispetto ai dodici mesi precedenti (+1,2%). La variazione della media dell'indice dei primi undici mesi del '97 è stata, invece, dell'1,3%.

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