Bertinotti è fiducioso «Pensiamo al 2001» di Roberto Ippolito

Bertinotti è fiducioso «Pensiamo al 2001» Bertinotti è fiducioso «Pensiamo al 2001» RIFONDANONE ALLA PROVA ROMA B L tempo passa. Ma non se ■ la prende Fausto Bertinotti. Eppure il segretario di Rifondazione comunista potrebbe avere motivo di arrabbiarsi: è ormai certo che il disegno di legge per la riduzione a 35 ore dell'orario di lavoro non sarà presentato entro il 31 gennaio, come il presidente del Consiglio Romano Prodi ha concordato con Bertinotti lo scorso ottobre per evitare la crisi di governo. Nonostante il ritardo, Bertinotti a sorpresa afferma che qualche «positivo passo avanti» è stato compiuto per l'elaborazione del progetto e in questa intervista spiega perché si sente tranquillo. Non vi preoccupa, allora, il mancato rispetto dell'impegno del 31 gennaio? «Non siamo così maniacali da ejsere legati all'orologio. L'orologio è importante solo per il traguardo delle 35 ore: l'attua- zione della riduzione dell'orario deve avvenire dal primo gennaio 2001, secondo l'impegno del governo. Questo è l'aspetto su cui si deve fondare la proposta». Resta il fatto che il governo ha concordato la data del 31 gennaio e ora fa sapere che l'oltrepasserà. «Formalmente non ho sentito dire questo e a me il governo non l'ha detto. Se questa fosse una scelta politica, si tratterebbe di un fatto grave. Ma non credo ci sia un problema di questo tipo. Se ci sono ragioni tecniche per andare oltre il 31 gennaio, verifichiamo la situazione. Ma allo stato at¬ tuale non vedo motivi tecnici». Vuol dire che la data del 31 gennaio si può rispettare? «Certo che sì! Ma nessuno è così micragnoso da guardare l'ora e il giorno. Il giorno esatto è un problema di dettaglio. Confido sulla volontà del governo di mantenere gli impegni. Dal punto di vista politico la questione è semplicissima: il governo deve rispettare gli accordi presi o dire che non ci sono le condizioni per farlo. Ma la risposta del governo è che le condizioni ci sono. L'importante è che si condivida l'idea che la riduzione dell'orario è uno strumento per creare occupazione e migliorare le condizioni dei lavoratori. A questo punto, dunque, il problema è puramente tecnico». Ma come si fa a mettere tutti d'accordo, governo, maggioranza, sindacati, imprenditori? «Io constato la semplicità del disegno di legge che deve essere presentato. Gli esperti del governo a cui noi partecipiamo mi pare stiano lavorando su uno schema che non presenta particolari difficoltà». Di cosa si tratta? «Bastano due o tre articoli con i quali si fissano il traguardo delle 35 ore e il quadro generale. Non credo che la legge debba sottrarre spazi alla contrattazione fra le parti». E' proprio convinto che la legge non cancelli la contrattazione, come temuto da sindacati e aziende? «La legge deve fissare l'obiettivo delle 35 ore per il primo gennaio 2001 e indicare gli incentivi che devono favorire il raggiungimento di questo risultato. Dunque aiuta la contrattazione. Pertanto, lo ripeto, la proposta può essere molto semplice e perciò può essere avanzata entro il mese. Tuttavia non è sull'ora del varo che muore nessuno». Quindi un giorno in più... «Non c'è grande differenza tra il sabato e il lunedì: preoccuparsi del giorno mi sembra un bizantinismo mentre viene imboccata una strada riformatrice. Ciò che conta è che, con la riduzione dell'orario, viene introdotta un'innovazione nella lotta alla disoccupazione: di questo vorrei discutere». In sintesi, conserva la sua fiducia? «Sono obbligato a essere fiducioso. Altrimenti dovrei pensare che il governo ha maturato un'altra opinione rispetto alle soluzioni individuate a ottobre per il rilancio della sua azione». Rifondazione attende perciò l'attuazione degli accordi che hanno salvato la vita del governo? «Non stiamo discutendo se accontentare qualcuno, né se si realizza l'accordo Prodi-Bertinotti come viene chiamato. Ci occupiamo invece dell'avvio della lotta alla disoccupazione in termini nuovi: è questa la questione. Ecco perché rifiuto qualsiasi immiserimento in dettagli o in calendari. Per me si tratta di discutere una delle leve di una nuova politica». Roberto Ippolito Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione

Persone citate: Bertinotti, Fausto Bertinotti, Romano Prodi

Luoghi citati: Rifondazione, Roma