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Una lettera a Soffiantini «Caro nonno, ti aspetto» Messaggio del nipote. Morto uno dei rapitori Una lettera a Soffiantini «Caro nonno, ti aspetto» MILANO. «Caro nonno, ho talmente tante cose da raccontarti che vogho incominciai e subito anche se tu non sei ancora tornato». Chi scrive è Andrea, 8 anni, nipote di Giuseppe Soffiantini, l'imprenditore bresciano rapito il 17 giugno. (A scuola va tutto bene, soprattutto per i nuovi argomenti di scienze - continua la lettera di Andrea -. Sto imparando i sistemi di fotosintesi, e a proposito di piante vogho comprarne una carnivora, la pianta "pigliamosche" che ho visto sul libro di scienze». Il messaggio di Andrea segue di alcuni giorni quedo dei figli dell'ostaggio. Mentre sul fronte investigativo non si registrano novità, lunedì sera è morto ad'ospedale San Paolo di Mdano uno dei rapitori, Mario Moro. L'uomo era stato ricoverato d'urgenza dal carcere di Opera. Moro, 45 anni, pregiudicato di origine sarda, era rimasto ferito in un conflitto a fuoco con la pohzia ned'ottobre scorso, sul¬ l'autostrada Roma-L'Aquda, in località Pietrasecca, ed era rimasto di fatto paralizzato per un proiettde che lo aveva colpito ada spina dorsale. Era sospettato di aver partecipato con i suoi complici ada sparatoria avvenuta alcuni giorni prima e neda quale era rimasto ucciso l'ispettore dei Nocs Samuele Donatoni. Alcuni giorni dopo la cattura dal suo letto d'ospedale Mario Moro aveva lanciato davanti ade telecamere deda Rai un appello ai suoi compagni perché rilasciassero Soffiantini. La magistratura ha ordinato l'autopsia, i familiari chiedono la verità sul decesso. «E' tutto strano, è un fatto veramente strano». Così commenta Antonio Stefano Moro, 47 anni, d più vecchio dei fratelli di Mario. «Per carità, che Mario avesse sbagliato non ci sono dubbi. E' chiaro che c'è d carcere per chi ha sbaghato. Ma nede condizioni in cui era, forse non doveva stare in prigione», [f. cri.]