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Tre anni al falso naufrago Truffa a Cuneo Tre anni al falso naufrago CUNEO. Nella prima vita commerciante di hi-fi in un paese di provincia, con la passione dei viaggi avventurosi. Nella seconda, iniziata con un «falso naufragio» di fronte alla Corsica e proseguita nei mari d'Oriente, «re della truffa» alle assicurazioni. Nella terza, dopo l'ennesima resurrezione, «fantasma» inseguito da telecamere e taccuini dei giornalisti. In Pretura a Cuneo il falso naufrago di Caraglio, Mariano Aprile (38 anni) è stato condannato a tre anni di reclusione e a 3 milioni di multa per la truffa alle assicurazioni con le quali aveva sottoscritto quasi venti polizze sulla vita e gli infortuni. Con lui è stata condannata anche la moglie filippina Nellie Bayeta Alipao (un anno e 11 mesi, multa di 2 milioni, pena sospesa), della quale non si hanno più notizie: forse è tornata a casa. L'amico che sulla barca diede una mano ad Aprile per inscenare il naufragio, il pittore dronerese Paolo Giorsetti, e la fidanzata Martina Zanca hanno patteggiato: un anno e 2 mesi il primo e 8 mesi la donna. Aprile e la moglie dovranno risarcire le assicurazioni: 848 milioni. La «disgrazia» avviene il 25 settembre '93: il commerciante parte da Sanremo. Vuol fingersi morto durante la traversata. La sua vela viene trovata il 4 ottobre davanti alla Corsica. In realtà Aprile fa poche miglia verso il largo, poi si dirige a Vifiefrance in Costa Azzurra. Di qui la fuga. Dichiarato morto, la moglie ed un amico iniziano ad incassare i soldi dalle assicurazioni: complessivamente 867 milioni. Il 20 luglio '95 la Finanza scopre la truffa (Giorsetti e la Zanca vengono fermati alla frontiera con la Svizzera: hanno una lettera della filippina per Aprile). Il 19 aprile '97 il caragliese (forse ora è in Francia) si fa vivo coi giudici: non di persona, ma attraverso l'avvocato. Chiede di patteggiare la pena per la truffa. L'ultimo capitolo la condanna a 3 anni. [g. p. m.]