Giallo mattei, primo imputato di Enrico Mattei
Giallo mattei, primo imputato Avrebbe cambiato versione sull'aereo precipitato. Una conferma alla tesi dell'attentato Giallo mattei, primo imputato Pavia, agricoltore a giudizio perfavoreggiamento PAVIA. A 35 anni dalla sciagura di Bascapè, c'è un imputato per la morte di Enrico Mattei. E' stato rinviato a giudizio l'agricoltore Mario Ronchi, 77 anni, accusato di favoreggiamento perché avrebbe bi l cambiato la sua versione su quanto vide la sera del 27 ottobre 1962, quando precipitò l'aereo che trasportava Mattei e altre due persone. Un provvedimento che rafforza la tesi dell'attentato sostenuta dal pm Vincenzo Calia. Ieri alle 9, l'uomo accompagnato dal suo avvocato Carlo Dell'Acqua si è seduto in aula dov'è rimasto sino alle 11,20, quando è uscito dopo aver avvertito un leggero capogiro. Al momento in cui il gip si è espresso per il rinvio a giudizio, Mario Ronchi ha abbassa- to la testa e con gli occhi rossi è uscito nel corridoio dove ad attenderlo c'erano molti giornalisti. «Ho fatto la guerra in Russia, sono stato colpito a distanza ravvicinata da ima mina - e ha tentato di mostrare le ferite che ha all'addome -, ma non mi sarei mai aspettato una cosa simile. Dopo trentacinque anni mi vengono a chiamare per fatti che non conosco. La mia sola colpa è stata quella di abitare nelle vicinanze del luogo in cui è caduto l'aereo», ha raccontato l'agricoltore. Poi ha ripetuto la sua versione dei fatti. «Quel pomeriggio pioveva a dirotto e io ero sul trattore con il bidone del liquame e stavo aspettando mia figlia che arrivava con la corriera. Quando è arrivata e mentre ci dirigevamo verso la cascina abbiamo visto delle fiamme. Ci siamo messi a correre, una volta arrivati a casa però mi sono tranquillizzato perché il fuoco non aveva aggredito la mia proprietà, era più distante. Mia moglie mi ha detto di tornare in paese per avvertire qualcuno. Così, sempre sotto una fitta pioggia, sono andato ad avvisare il sindaco, che non c'era, e poi il vicesindaco che con me è arrivato sul posto e solo allora ci siamo accorti della coda dell'aereo». Il racconto di oggi pare discordare da quello rilasciato subito dopo l'incidente, il 27 ottobre 1962, giorno in cui si schiantò l'aereo condotto da Irnerio Bertuzzi e su cui viaggiavano, oltre al presidente dell'E¬ ni, anche il giornalista americano William McHale. La notte di trentacinque anni fa Ronchi avrebbe raccontato, ai giornalisti e agli operatori della Rai che erano immediatamente accorsi a Bascapè, di aver visto cadere l'aereo in fiamme. Secondo quelle prime testimonianze, egli avrebbe visto l'Insap esplodere in volo. Però, sempre da quanto risulta dalle indagini, il mattino dopo alcuni tecnici della Snam e altre persone in divisa, e c'è elli ipotizza la presenza dei Servizi segreti, avrebbero invitato Ronchi a seguirli e l'avrebbero portato in un palazzo di MetanopoU, non molto distante dal luogo dell'incidente. Dopo quella conversazione, Ronchi avrebbe cambiato versione su quanto aveva visto e sentito, così secondo l'accusa - da quel momento per quel cambio di versione sia il contadino che la sua famiglia avrebbero avuto dei vantaggi, come l'asfaltatura della strada davanti a casa, l'allacciamento della corrente elettrica, il riconoscimento di un cospicuo compenso per tener pulito il monumento all'ex presidente dell'Eni. Infine la figlia venne assunta da una società che faceva capo al successore di Mattei, Eugenio Cefis. L'avvocato difensore Carlo Dell'Acqua, al termine dell'udienza, ha esclamato: «Ne vedremo delle belle, Ronchi non può essere imputabile se non c'è prova di delitto». E ancora: «Da alcune indagini siamo giunti a stabilire che l'aereo di Mattei, partito da Catania e che avrebbe dovuto atterrare a Linate, a Bascapè aveva già cambiato rotta, quindi non sarebbe più dovuto atterrare all'aeroporto milanese». Un processo che non mancherà di colpi di scena perché non si esclude che il pm Vincenzo Calia possa inviare avvisi di garanzia ad altre persone già sentite all'epoca. Emanuela Ferrandi L'agricoltore Mario Ronchi con un figlio davanti alla porta del gip
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