«Un complotto itoliono, ci vendicheremo»

«Un complotto itoliono, ci vendicheremo» Un capoclan: «Rilasciate subito il ragazzo fermato per il caso Alpi, state tentando di coprire le violazioni dei diritti umani durante la missione Ibis» «Un complotto itoliono, ci vendicheremo» Minacce ali ambasciatore Cassini per Varreste del somalo ROMA. Minacce di morte da Mogadiscio nei confronti dell'Italia e dell'inviato speciale della Farnesina, Giuseppe Cassini, all'indomani dell'arresto di Hashi Omar Hassan per l'assassinio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin. «Ci vendicheremo, faremo rappresaglie contro gh itahani a Mogadiscio e dintorni, nelle zone sotto il nostro controllo» ha dichiarato, nel corso di una rumorosa conferenza stampa, Ali Hassan Jumaale, leader del combattivo clan degli Abdalla Arone. Secondo Jumaale, Hashi Omar Hassan «è partito cercando giustizia» ma è stato «rapito e portato in Italia dall'inviato speciale in Somalia, Giuseppe Cassini». «Si è trattato di un vero e proprio attacco contro un innocente promosso da una parte del governo italiano contro di noi», ha aggiunto il capo clan, legato alla tribù degli Harti-Abgal, la stessa dell'ex presidente ad interim Ali Mahdi, padrone di Mogadiscio Nord, ma assente dalla capitale oramai da più di due mesi. «Chiediamo l'immediato rilascio del nostro ragazzo e il pagamento di un indennizzo», ha aggiunto Hassan Ali Mohammud Waranto, parente dell'arrestato, la cui protesta è stata sostenuta anche dagli avvocati della «Società degh intellettuali somali», Elias Mohamud e Nur Ah GaaL Dura la conclusione di Hassan Shire, portavoce del Centro diritti umani di Mogadiscio, che rilancia le accuse nei confronti di Cassini: «E' una cospirazione di parte del governo italiano per coprire le violazioni dei diritti umani compiute dalle vostre truppe». La tensione creatasi a Moga- discio è stata al centro di ripetute riunioni che hanno avuto luogo ieri nei piani alti della Farnesina. Presenti anche alcuni somali. Fatuma Aidid - sorella di Hossein Aidid, rivale di Ali Mahdi per il controllo di Mogadiscio e alla guida della più agguerrita milizia armata - e Said Abdallah Omar, segretario della «Somali National Union», si sono recati dal sottosegretario agli Esteri per gli Affari Africani, Rino Serri, per «elevare una ferma protesta contro chi vuole nuocere ai legami fra i nostri due Paesi». «Cassini - dice la sorella di Aidid - sta aiutando persone poco credibili, rischia di persona se torna in Somalia, non credo proprio che rimetterà mai piede a Mogadiscio». Aggiunge Said Abdallah, detto 1'«ammiraglio»: «Anche ada Farnesina c'è preoccupazione per l'incidente, secondo me Cassini finirà a Zurigo». Il ministero degli Esteri mantiene dal canto suo il più stretto riserbo: minacce e proteste contro l'Italia e Cassini giungono in. un momento delicato. Neanche un mese fa, al Cairo, quasi tutti i capi clan somah hanno firmato l'accordo per convocare d 15 febbraio a Baidoa la tanto attesa Conferenza nazionale di riconciliazione, che dovrebbe consentire la formazione di un governo provvisorio. Inoltre, lunedì a Roma si apre sotto la presidenza italiana il delicato vertice sugli aiuti economici alla Somaha fra i Paesi ded'Igad (Kenya, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Uganda, Sudan) e i partner donatori di Europa, Giappone e Nord America. «Siamo in un frangente difficile per il processo di pacificazione in Somalia - osserva una fonte diplomatica al Cairo - e la tensione anti-italiana che in queste ore si registra a Mogadiscio cade nel momento peggiore». Ma Giuseppe Cassini mantiene i nervi calmi e non si mostra preoccupato più di tanto: «Sì, è vero, bisognerà verificare quanto queste polemiche influiranno suda mediazione, ma proteste e minacce sono all'ordine del giorno per chi lavora a Mogadiscio». E l'accusa di aver «sequestrato un somalo»? «Il nome di Hashi Omar Hassan mi è stato fatto dalla Società degh intellettuali somali con una lettera di fine novembre» replica, ammettendo solo che quando «la pohzia fa d suo lavoro, la magistratura fa d suo lavoro e la diplomazia fa d suo lavoro» si possono creare «situazioni imbarazzanti». Di una cosa comunque Giuseppe Cassini è sicuro: «Tornerò a Mogadiscio dopo il vertice di Roma». Maurizio Molinari La sorella del generale Aidid: l'inviato di Roma rischia molto se torna a Mogadiscio Gli altri testimoni fanno lo sciopero della fame al Celio «Lui è innocente» Una delegazione di somali consegna una protesta al sottosegretario per gli Affari Africani, Serri Un gruppo di miliziani somali e il maresciallo Aloi aucore del diario di denuncia delle torture italiane