Algeri blocca gli inviati Ile di Francesco Manacorda

Algeri blocca gli inviati Ile La missione europea doveva partire domani, per il governo di Zeroual «è di livello troppo basso» Algeri blocca gli inviati Ile S. Egidio: una conferenza internazionale STRASBURGO DAL NOSTRO INVIATO Algeri chiude la porta in faccia all'Unione europea. Ieri pomeriggio, ad appena un'ora di distanza dall'annuncio ufficiale che una troika composta da alti funzionari di Paesi Ue si sarebbe recata in Algeria da domani a domenica per poi riferire della situazione al Consigho dei ministri degli Esteri ded'Unione, il governo di Liamine Zeroual ha rifiutato la visita. La motivazione ufficiale è che il livello di rappresentanza proposto dai tre Paesi - la Gran Bretagna, presidente di turno dell'Unione, il Lussemburgo, che ha appena concluso il suo mandato, e l'Austria, che sarà d prossimo presidente - è «assai modesto». «Non crediamo assolutamente - ha detto il ministro degli Esteri algerino Ahmed Attaf - che questo livello sia il più appropriato per discutere di questioni così importanti». Ma agh ostacoli di protocollo, Attaf aggiunge anche un più sostanziale rifiuto della troika europea a discutere con il governo algerino «la lotta contro il terrorismo come obiettivo di questo dialogo pohtico». Conclusione, «la venuta deda troika come strumento di dialogo algerinoeuropeo non ha più ragione d'essere», anche se, assicura Attaf, «non c'è nessuna crisi con l'Unione europea». Insomma, mente da fare a meno che la missione non annoveri tra i suoi impegni, anche implicitamente, un sostegno alla lotta che Zeroual sta conducendo contro il Fronte islamico di salvezza. Il «no» secco che viene dal governo algerino è stato inghiottito a fatica dalla Gran Bretagna e dai Paesi più direttamente interessati alla missione, ma più che suscitare reazioni dure ha spin- to a una nuova offerta di dialogo, a dimostrazione di quanto l'Europa consideri alta la posta in gioco. La presidenza britannica, ha detto ieri qui a Strasburgo uno dei suoi portavoce, è «delusa» dal rifiuto ded'Algeria con la quale «vuole aprire un dialogo». E da Vienna d ministero degli Esteri ha definito «deplorevole» la risposta di Algeri. Ma i portavoce della Gran Bretagna a Strasburgo hanno comunque tenuto a far sapere che l'offerta di inviare una missione «resta sul tavolo», e poco dopo è stato lo stesso Foreign Office, da Londra, a far sapere che «non esclude la possibilità» di sostituire gli alti funzionari con tre rappresentanti a livello ministeriale. Una mossa che disinnescherebbe parte delle proteste di Algeri e che avrebbe forse l'effetto di portare alla luce problemi più sostanziali nede relazioni con l'Europa. I Quindici continueranno comunque a cercare una soluzione per i rapporti con l'Algeria, e la questione sarà all'ordine del giorno del Consigho dei ministri degh Esteri del 26 gen¬ naio. Ieri mattina il capo della diplomazia britannica Robert Cook, presentando la presidenza del suo Paese al Parlamento europeo - e quando l'invio della troika sembrava ancora sicuro aveva parlato di «repulsione e orrore» che hanno colto i popoli europei alle notizie provenienti dall'Algeria nelle ultime settimane, ma aveva anche ricordato che «i governi della comunità internazionale hanno un interesse legittimo. Troppo spesso nel passato abbiamo imparato che se permettiamo al terrorismo di mettere radici in un qualsiasi Paese esso potrà essere esportato troppo rapidamente in altri Stati». Cook ha annunciato anche che l'ambasciatore britannico in Algeria ha chiesto alle autorità locali il permesso di visitare i luoghi dei massacri di Relizane e Sidi Hammed e ha chiesto libero accesso per i mass media, affermando che «è nell'interesse dede autorità algerine lasciare che la stampa veda da sola che cosa sta accadendo nel loro Paese e chi è responsabile per il terrorismo». Mentre la trattativa tra governi è in stallo, d Parlamento europeo si prepara a inviare una sua missione in Algeria. La delegazione di deputati, che dovrebbe partire in febbraio, ha chiesto di incontrare non solo rappresentanti del governo, ma anche oppositori. Francesco Manacorda «Ma non c'è nessuna crisi, il dialogo continua». Londra ora vuole inviare tre ministri Un superstite del massacro di Sidi Hammed confortato dai compaesani e il presidente algerino Zeroual