D'Alema accelera sul dopo-Scalfaro

D'Alema accelera sul dopo-Scalfaro I lavori ripartiranno dall'aula, mentre la commissione studia le norme transitorie D'Alema accelera sul dopo-Scalfaro Una proroga o la rielezione? Due partiti in Bicamerale ROMA. Dopo mesi di chiacchiere e di trame ordite dietro le quinte, finalmente da ieri mattina la corsa al Quirinale è cominciata anche nel Palazzo. Per la prima volta, nel Comitato di presidenza della Bicamerale, si è discusso sul faticoso tragitto che dovrebbe portare alla approvazione delle riforme ed è stato sfiorato un tema debcato: quello deba eventuale proroga dell'attuale Capo deUo Stato. La vera partita politica che si è aperta ieri (e durerà almeno un anno) riguarda proprio i tempi di approvazione del pacchetto-riforme: chi (come D'Alema) vuole scongiurare una proroga di Scalfaro, farà di tutto perché il «pacchetto» sia approvato prima della scadenza del settennato (primavera 1999); chi coltiva invece un disegno opposto, farà un altro gioco: rahentare il più possibile l'iter parlamentare delle riforme. E infatti ieri mattina è stato proprio D'Alema ad introdurre il tema: «Dobbiamo fare in modo che una volta che il Parlamento avrà approvato la riforma, si possa procedere subito alla elezione del Capo dello Stato». Ecco infatti il primo intoppo. I cittadini non potranno votare direttamente il Capo dello Stato, prima che siano state approvate alcune norme sull'elezione presidenziale che non finiranno nel nuovo testo costituzionale: modalità delle candidature, ineleggibilità, incompatibilità, conflitto di inte- ressi, par condicio, ecc. E queste norme si possono adottare con due strumenti: o con una legge attuativa, oppure adottando alcune norme transitorie per la prima elezione presidenziale da far approvare parallelamente alle riforme costituzionab. Questa seconda soluzione - una maxi norma transitoria - sarebbe la più rapida e infatti D'Alema ha subito fatto capire che è questa la strada che preferisce: «Meno si ricorre a leggi attuative e più si fa cosa utile e saggia». Tra le indicazioni emerse nel Comitato di presidenza deba Bicamerale di ieri c'è una nuova convocazione del Comitato per il 3 febbraio: quel giorno ci sarà all'ordine del giorno l'esame debe prime bozze sulle norme transitorie della nuova Costituzione. Ma il 3 febbraio ci si bmiterà a presentare le prime proposte e si tratterà soltanto di bozze informab perché una proposta ufficiale sarà presentata soltanto dopo la votazione dell'aula sulla nuova forma di governo. E qui arriva un altro nodo cruciale: l'enigma sui tempi di approvazione definitiva debe riforme costituzionab. Dopo essere state «bcenziate» il 30 giugno scorso dalla Bicamerale, le riforme devono attraversare un iter particolamente accidentato: quebo riservato alle modifiche costituzionab. In linea teorica sarebbero sufficienti due «letture» debe Camere (un sì di Montecitorio e un sì di Palazzo Madama, seguiti tre mesi dopo da un analogo tragitto), ma nessun parlamentare sarebbe oggi in grado di scommettere su un percorso così lineare, visto che ogni nuova modifica richiede una nuova «lettura». Morale della storia: i passaggi parlamentari potrebbero essere sei, persmo otto con tutto quel che significa in termini di dilatazione dei tempi. Per non parlare poi del referendum finale: proprio ieri Cossutta (rilanciando un'idea del procuratore Borrelb) ha chiesto che non ci sia un unico quesito, ma che siano più di uno. Per il momento sono stati fissati date e modabtà deba prima sessione di lavoro, quella di Montecitorio: si comincerà lu¬ nedì 26 gennaio con il dibattito generale e si proseguirà fino al 30. Per primo parlerà Massimo D'Alema e poi seguiranno i quattro relatori. Dopo U dibattito ci sarà una settimana di pausa, durante la quale il nuovo comitato dei 19 che sostituisce il Comitato di presidenza (fra gli altri ci saranno D'Alema, Berlusconi, Tatarella, Mussi, Salvi, D'Onofrio, Cossutta, Mattarella) esanimerà gb emendamenti suba forma di Stato. A Montecitorio l'esame proseguirà a settimane alterne: dal 9 al 13 febbraio, dal 23 al 27 febbraio, dal 16 al 20 marzo. Ieri il Comitato di presidenza ha preso atto dei 22 nula emendamenti (di cui 15 mila di Mara Mala venda), presentati finora dai deputati, ma D'Alema non si è mostrato preoccupato: «A settembre ne abbiamo esaminati 42 mila. Il lavoro sembra cospicuamente diminuito...», [f. mar.] flirta

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