Anche Prodi è perplesso Forse non andrà a votare di Augusto Minzolini
Anche Prodi è perplesso Forse non andrà a votare Anche Prodi è perplesso Forse non andrà a votare capo del governo farebbe bene a non votare». Senza contare che ui altro dei fedelissimi del presidente del Consiglio, Gianclaudio Bressa,: non ha dubbi nel pronunciarsi per il «no». «Io su Previti la penso come Benigni - ha osservato ieri in Transatlantico - "chi lo conosce lo evita". Detto questo, penso che prima di decidere l'arresto di una persona, bisogna riflettere non una ma dieci volte. Vale per tutti, anche per un parlamentare». Ora bisogna vedere cosa succederà negli ultimi cinque giorni che dividono dal voto su Previti a Montecitorio. Troppe sono le incognite a cominciare dall'atteggiamento della Lega - che pesano su una vicenda che si è andata via via complicando. Per evitare il «patatrac», ad esempio sono in atto tentativi (D'Alema e Berlusconi) di attutire le implicazioni «politiche» del caso. Allo stesso Previti è arrivato da più parti 0 consiglio di modificare la linea di difesa, rinunciando o ridimensionando la tesi del complotto dei magistrati. Come pure sta prendendo piede dentro Forza Italia la sensazione che sarebbe meglio chiedere il voto segreto proprio per non sottoporre alla luce dei riflettori i deputati del centro-sinistra che si schiereranno per il no all'arresto. Giuliano Urbani è il caposcuola di questa tesi. Detto questo, nessuno se la sente di scommettere sul voto, neppure tra i seguaci del Cavaliere. Gianfranco Miccichè ieri mattina era pessimista al punto da avanzare ima proposta paradossale: «Forza Italia ha l'occasione per diventare un gruppo politico vero. Invece di farci battere, decidiamo di non partecipare al voto, lasciamo agli altri la responsabilità di processarci». Di parere opposto il responsabile giustizia del movimento, Donato Bruno. «Non credo che passerà l'arresto - è tornato a ripetere -, sono sicuro che al momento del voto la maggior parte dei parlamentari si renderà conto che si tratta di un passaggio molto debcato». Insomma, gli avvenimenti degli ultimi giorni hanno disorientato tutti i protagonisti, anche quelli che seguono la vicenda più da vicino. Creando fratture enormi. Ad esempio, i parlamentari del ppi sono disturbati non poco dalla pressione della base parlamentare pidiessma. «Ma si può avere una visione dello Stato di diritto di quel tipo - si è sfogato ieri Ciriaco De Mita nel Transatlantico di Montecitorio -. E' allucinante. Sono perplesso per quello che dichiara un personaggio come Pellegrino. Non lo riconosco. E Pisapia che arriva ad assumere questa posizione paradossale: "Se fossi un giudice non chiederei l'arresto di Previti, ma come parlamentare debbo votare sì". Siamo all'assurdo. Eppoi questa storia delle pressioni della base. Questi non sono neppure come il pei che assumeva una decisione eppoi spiegava alla base perché doveva sostenerla. Eh sì, il pei era più affidabile». Augusto Minzolini Il premier «In questo momento il ruolo del governo è molto delicato» Ripensamenti anche nell'Ulivo
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