Lo scoop di «Canale 5» accende la guerra in Rai di Maurizio CostanzoSimonetta Robiony

Lo scoop di «Canale 5» accende la guerra in Rai Lo scoop di «Canale 5» accende la guerra in Rai SERVIZIO PUBBLICO SOTTO ACCUSA ROMA 9 L professor Luigi Di Bella e il H ministro Rosy Bindi fanno pace, su Canale 5, sotto lo sguardo compiaciuto di Maurizio Costanzo e di Enrico Mentana (e di quasi 9 milioni di telespettatori), e contro la Rai scoppia una bagarre. Perché quest'incontro non è stato capace di organizzarlo la tv pubblica? Perché a nessuno dei tre direttori di rete, e degli altrettanto tre direttori di tg, è venuto in mente di farlo? E' mai possibile che il servizio pubblico, per il quale pure si paga un canone, per di più appena aumentato, non ha ritenuto che su una materia così urgente e dolorosa come la cura del cancro, fosse necessario montare immediatamente un programma di massima visibilità? L'idea di poter esser accusata, anche lei, di incompetenza o di lentezza, deve aver fatto perdere la pazienza a Lucia Annunziata, direttore del Tg3, che unico tra tutti i direttori di telegiornale, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera durissima alla commissione di Vigilanza della Rai contestando ai partiti la scelta di impedire al suo tg di seguire in diretta l'audizione di Di Bella alla commissione Affari sociali della Camera. Ma come, dice in sostanza l'Annunziata, quando noi del tg compiamo qualche scorrettezza che può ledere l'immagine dei partiti, voi della comnussione di Vigilanza siete pronti a bacchettarci, e quando clùadianio di informare al meglio l'opinione pubblica, invece ce lo impedito? «In questa storia», scrive l'Annunziata, «c'è una prova lampante del tipo di rapporto che la politica vuole stabilire con il sei-vizio pubblico: di puro uso». E ancora: «Quali interessi toccava la curetta su Di Bella sono chiari. L'Ulivo teme l'allargarsi di una vicenda che sta diventando sempre più bandiera dell'opposizione e applica alla stampa una censura. Riconfermando così di avere una concezione statalista o molto ottocentesca dell'informazione, per cui è la stampa a creare i problemi e non viceversa. Gli mteressi del Polo sono sempre gli stessi, e si riassumono in quel conflitto d'interessi per cui, nel momento in cui viene negata al servizio pubblico l'accesso al dibattito di conunissione, su Canale 5 di Mediaset veniva data la diretta del confronto Bindi-Di Bella». Apriti cielo. Un direttore della Rai nominato dal consiglio, a sua volta nominato dai presidenti di Camera e Senato, che mette sotto accusa gli uomini politici? Siamo alla rivoluzione. E infatti, mentre Storace, il presidente deba commissione di Vigilanza, ha subito risposto che cercherà di fare avere al Tg3 questa benedetta diretta, Beppe Giulietti, della sinistra democratica e Paolo Romani di Forza Italia, per una volta d'accordo, ribadiscono che il veto alle telecamere dei capigruppo della Camera è corretto e che nessuno è disposto a farsi ti- rar le orecchie dalla commissione di Vigilanza. Ma la pacificazione ufficiale tra Bindi e Di Bella avvenuta su Canale 5 e non, come sarebbe stato più ovvio, su Raiuno, rete amnùraglia dell'azienda televisiva pubblica, ha suscitato anche le proteste dei giornalisti che in Rai lavorano, i quali se la son presa con Iseppi e con Siciliano, chiedendo loro, polemicamente, cosa mai avessero visto martedì sera in tv e se non si fossero sentiti a disagio davanti a quel che faceva Canale 5. «Peccato non averlo fatto noi», è stata la risposta del presidente Siciliano. Una convocazione dei vertici aziendali per studiare nuove strategie, quella del direttore generale Iseppi. Certo è che quello speciale inventato con tempismo e abilità dal duo Costanzo-Mentana è stato come uno schiaffo in faccia alla Rai che sulla questione Bindi-Di Bella era già scivolata, prima invitando il figlio di Di Bella a «Domenica in», e poi spostando l'invito di una settimana, visto che il ministro aveva dichiarato di non potersi ancora pubblicamente incontrare con lui. E' vero che i telegiornali, primo fra tutti il Tgl di Sorgi, avevano fatto i loro bravi servizi sulla Rai cinta d'assedio dai parenti dei malati di cancro. E' vero che il ministro della Sanità Rosy Bindi, per la prima volta, aveva avuto un breve coUoquio con il figbo di Di Bella, martedì, proprio a «Unomattina». E' vero anche che Biagi, l'altra sera, sulla Raiuno di Tantillo, aveva dedicato la rubrica proprio al vecchio professor Di Bella e che, ieri sera, Bruno Vespa andava in onda con il suo «Porta a porta» sulla vicenda, sempre su Raiuno. Ma una bella prima serata, con tutti a discutere di que¬ sto che per la gente è il tema del giorno, la Rai, sarà per sudditanza ai partiti, sarà per impacci burocratici, non l'ha fatto. Ovvio, quindi, che Confalonieri, presidente di Mediaset, si vanti di aver svolto: «Un grande servizio pubblico». Costanzo e Mentana, signorilmente, non infieriscono, invece, sui colleghi-awersari: è andata bene, spiegano, perché c'era una serata disponibile a farsi scompaginare, altrimenti anche loro avrebbero dovuto attendere. Simonetta Robiony Negata alla Annunziata la diretta dell'audizione del professore Lei accusa: «L'Ulivo applica la censura e rivela una concezione statalista dell'informazione» A sinistra Lucia Annunziata, direttore del Tg3 Sopra il ministro Rosy Bindi e il professor Luigi Di Bella durante il collegamento su Canale 5

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