LETTERA AI GIORNALI ITALIANI di Guido Ceronetti

LETTERA AI GIORNALI ITALIANI CERONETU E LE NOTIZIE LETTERA AI GIORNALI ITALIANI CARI Giornali Quotidiani, lo so, lo sento dire da un pezzo, state perdendo colpi, i lettori calano: in special modo cala il loro interesse per il giornale stampato, il loro affetto per la testata. Per i conti di cassa, è sufficiente che l'abitudine dell'acquisto giornaliero non venga meno: tuttavia un giornale comprato e non letto, o minimamente letto, è un giornale in perdita. Qui statistiche non ce ne sono: la mia impressione è che siate in perdita tutti, quanto a calo di lettura. La percezione dei reali bisogni dei lettori vi sfugge. Avete buttato una quantità di talento, di denaro, d'intelligenza, di lavoro, in trasformazioni e in invenzioni alle quali il lettore non è interessato. Accrescere ed esasperare l'informazione non giova al lettore. Anche i telegiornali, quanto a interesse del pubblico, vendono poco. Sempre meno, mi pare, nonostante l'abbondanza di catastrofi fresche. Costruiti su informazioni che hanno rotto ogni argine, che arrivano teletrasmesse alle redazioni per vie satellitare che cancellano per eccesso di contemporaneità l'evento, i giornali sono tele-giornali fermi, mentre la richiesta inespressa del loro specifico pubblico è che siano altro giornali, autenticamente tali. Il «diritto di essere informati» non ha fondamento giuridico, è uno pseudodiritto. E di essere superinformati, e super-super informati, non ce ne importa niente (dico mettendomi tra i lettori: seno uno di loro, oltre che uno che scrive per loro). Se credete di aumentare il loro interesse aumentando ipertroficamente l'informazione, sbagliate: ritrarsene diventa comprensibile reazione di difesa. Si può fare un paragone fra eccesso d'informazione e aggressione acustica: siamo già ad un'equivalenza con almeno 115 Decibel. Un po' oltre e varchiamo quella che in gergo specialistico è detta la Soglia Dolore. Guido Ceronetti CONTINUA A PAG. 21 PRIMA COLONNA