Specchio dei tempi
Specchio dei tempi Specchio dei tempi «Per il momento non esistono farmaci in grado di sostituirsi all'interferone» - «Anche in Italia un atto di civiltà contro l'infìbulazione» «Telecamere sacrosante» - «Attenti alle pensioni pagate all'estero!» Due lettori ci scrivono: «Come medici gastroenterologi, che si occupano in particolare di epatite virale, crediamo che, come chiede, il lettore affetto da epatite cronica da virus dell'epatite B (Hbv) debba essere adeguatamente informato sulle ultime novità circa il suo trattamento. Per ciò che riguarda il trattamento dell'epatite da Hbv l'unico farmaco che a tutt'oggi (e dopo oltre 10 anni di utilizzo) si è consistentemente dimostrato in grado non solo di bloccare la replicazione del virus durante la sua somministrazione, ma di essere anche in grado di eliminarla con conseguente spegnimento del danno epatico, è l'interferone. «La percentuale di soggetti che beneficiano persistentemente di tale terapia varia dal 10 al 30%, a seconda del tipo di epatite e del momento di inizio del trattamento; nella restante parte di soggetti trattati, in genere, si osserva, comunque, una riduzione dell'attività di malattia. «Purtroppo i soggetti che si sottopongono a tale terapia da persone asintomatiche (che spesso hanno casualmente scoperto di avere l'infezione e l'epatite) diventano (in genere solo per le prime 4-6 settimane di terapia) davvero dei "pazienti" a causa della comparsa di alcuni fastidiosi effetti collaterali, simili ai sintomi che caratterizzano l'influenza. Per tale ragione si impone, sempre, da parte del medico la corretta valutazione della reale indicazione ad un trattamento costoso non solo dal punto di vista economico (per il Servizio sanitario nazionale, che se ne fa completamente carico, a differenza di altri Paesi) ma anche dal punto di vista della qualità di vita del soggetto trattato. «Purtroppo, però, per il momento non esistono farmaci in grado di sostituirsi all'interferone. Gli antivirali, ai quali crediamo si riferisse il lettore, sono farmaci sviluppati inizialmente per il trattamento di altre infezioni virali (per la cura di queste ultime sono in vendita in altre nazioni, mentre in Italia sono disponibili presso i centri specialistici accreditati dall'Istituto superiore di sanità) e poi dimostratisi efficaci nell'inibire anche l'Hbv. Tali farmaci sono al momento utilizzati (anche in Italia) per il trattamento dell'epatite da Hbv in studi controllati, nell'ambito dei quali lo stretto monitoraggio dei soggetti trattati garantisce un'attenta valutazione di ogni eventuale effetto collaterale. I dati preliminari hanno dimostrato la capacità da parte di questi farmaci di bloccare la replicazione del virus fino a quando vengono somministrati: con la sospensione, però, a differenza di ciò che succede con l'interferone, inevitabilmente si assiste alla ripresa della replicazione virale e del danno epatico. «In conclusione, gli antivirali saranno, speriamo in un futuro molto prossimo, un ulteriore utile strumento terapeutico, da utilizzare però secondo modalità e in tempi per il momento ancora in corso di ottimizzazione. La mancata libera commercializzazione di tali farmaci tutela il soggetto affetto da epatite cronica B dal rischio di essere sottoposto a trattamenti di non ancora sufficientemente comprovata efficacia». Ferruccio Bonino Maurizia Rossana Brunetto Una lettrice ci scrive: «Bene ha fatto la Corte Suprema del Cairo ha impedire le menomazioni imposte alle donne islamiche in Egitto. Anche in Italia, come già è stato fatto la Germania e la Francia, dovremmo avere al più presto una legge che vieti escissione, infibulazione e tutte le altre pratiche che possono essere praticate da parte degli immigrati di religione islamica. Sarebbe un atto di civiltà, non una limitazione nei confronti di credenti in una religione diversa da quella seguite dalla maggioranza degli italiani. E perché la Chiesa Cattolica, sempre così rigida sull' aborto, non interviene per queste sopraffazioni?». Carola Destefeni Un lettore ci scrive: «Ben vengano le telecamere antidelinquenza. Tutti i cittadini onesti le aspettano con ansia. Stiamo attenti a quanti già strillano per difendere la "privacy". Chi passeggia all'aperto può essere visto da chiunque, quindi attraverso questo falso problema non si forniscano alibi ai malviventi». Sergio Saltutti Un lettore ci scrive: «Nella lotta all'evasione dovrebbero essere messi sotto controllo quei cittadini che, in virtù di una doppia cittadinanza, si fanno pagare lo stipendio o la pensione all'estero, scegliendo di pagare le tasse nel secondo Paese. In questo modo in Italia ottengono il lordo, mentre nel Paese di residenza fiscale versano briciole». Segue la firma
Persone citate: Bonino Maurizia, Carola Destefeni, Maurizia Rossana Brunetto, Sergio Saltutti
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