Alla Posto i conti si fanno a mano di Gianni Giacomino

Alla Posto i conti si fanno a mano La protesta di un impiegato a Monastero: «Così non si può lavorare» Alla Posto i conti si fanno a mano L'unica calcolatrice s'è rotta, nessuno interviene L'ufficio postale di Monastero di Lanzo è rimasto senza calcolatrice. Così, per fare i conti di bollette, pensioni, bolli auto ed abbonamenti tv, a Domenico Bianco, 43 anni, quindici dei quali passati proprio dietro lo sportello dell'ufficio postale del piccolo Comune, non è rimasto che attrezzarsi con la calcolatrice della figlia che frequenta la prima media. «Ora ho compilato un verbale dove declino ogni responsabilità in caso di errore - spiega Bianco che tutti i giorni sale fino a Monastero da Torino -. Non posso continuare a lavorare e incasellare un numero dietro all'altro in queste condizioni». L'unica calcolatrice sistemata in ufficio si è guastata due settimane fa: per risistemarla occorrono circa 50 mila lire, acquistarne una nuova costerebbe sicuramente di meno. «Ho segnalato l'emergenza ai miei superiori di Torino - dice l'impiegato - la situazione, però, non è cambiata». Aggiunge: «Potrei acquistarne una di tasca mia, ma non ho voglia di sborsare soldi per l'ente in cui sono impiegato». In questi giorni l'uomo seduto dietro lo sportello del locale che fa parte del municipio ha compilato conti correnti per una cifra che supera i 5 milioni di lire. Un'operazione che ha già svolto centinaia di volte ma che senza calcolatrice si è complicata all'inverosimile. La sua scrivania è ricoperta di foglietti volanti appiccicati un po' dappertutto. «Cerco di arrangiarmi come posso e la gente mi capisce». Bianco, però, teme la ressa che ci sarà nei prossimi giorni per i pagamenti di bolli auto e del canone tv. «E qui anche se ci sono poco più di trecento residenti, arriveranno uno dietro l'altro». La disavventura sul posto di lavoro per Domenico Bianco non finisce qui. Dalla direzione delle Poste ha appena ricevuto una comunicazione disciplinare sulla quale sono annotati una decina di ritardi nell'apertura dello sportello. «Mi sono autodenunciato - spiega il pendolare delle Poste -. Ho fatto presente ai vertici che avrei dovuto accompagnare mia figlia, che è disabile, alla scuola media. Una cosa che mi porta via dieci minuti, ma ho voluto segnalarlo lo stesso anche alla Sailp, il sindacato di categoria, e al sindaco di Monastero, Piero Machetta». Continua: «Mi hanno risposto che un ritardo continuo, tutte le mattine, per le Poste era una cosa poco seria». Poi perplesso si domanda: «Rimanere senza la calcolatrice per due intere settimane forse è normale?». Gianni Giacomino

Persone citate: Bianco, Domenico Bianco, Piero Machetta

Luoghi citati: Monastero Di Lanzo, Torino