Gli industriali; «Sarà un anno rosa» di Marina Cassi

Gli industriali; «Sarà un anno rosa» La ripresa favorita dalla rottamazione auto. Ombre sull'occupazione giovanile e sull'edilizia Gli industriali; «Sarà un anno rosa» «C'è un diffuso clima di fiducia» Un Pil in crescita «a livelli europei», i consumi in ripresa, la disoccupazione sotto la soglia simbolo del 10 per cento, un «diffuso clima di fiducia», un «ritorno della voglia di fare impresa». A Torino non è andato male il '97 e ieri l'Unione Industriale, con il presidente Devalle e il direttore Dosio, ha presentato l'abituale nota trimestrale invitando per la prima volta a un dibattito la città, le istituzioni e le parti sociali. Dopo la stagnazione del '96, lo scorso anno finalmente è arrivata sull'onda degli incentivi alla rottamazione - la ripresa: il Pil è cresciuto del 2%, più della media italiana ( +1,4) e in linea con l'Europa. Il 50% è attribuibile all'auto che ha prodotto un maggior reddito di mille mihardi. E i consumi sono saliti del 2% grazie - come ha spiegato il direttore dell'ufficio studi dell'Unione, Mauro Zangola - «ai maggiori redditi, al risveglio dell'occupazione e al sostegno degli incentivi che, però non hanno compresso la domanda di altri beni durevoli». Ha aggiunto: «Solo una famiglia su cinque, tra quelle che hanno acquistato una nuova auto, ha ridotto il consumo di altri beni». Sul fronte del lavoro le notizie sono abbastanza buone: nel '97 si sono creati 13-14 mila nuovi posti e la cassa integrazione si è quasi azzerata. La crescita dell'occupazione, stimata nell'I,5%, ha ritmi superiori rispetto ad altre aree industrializzate del Paese. E' però sempre più rilevante il peso del lavoro) «atipico»: solo il 40% delle nuoye assunzioni è a tempo indeterminato. Le situazioni di vera, grande difficoltà continuano a essere quelle dei giovani (con un tasso di disoccupazione del 22-23%) e gli adulti a bassa scolarità, soprattutto se donne. Meno brillanti sono stati nel '97 investimenti ed esportazioni: i primi dovrebbero essere saliti dell'12%, grazie a una ripresa nella seconda parte dell'anno; le seconde sono in crescita beve dopo un difficile avvio di anno: nel primo semestre erano scese del 5,8%. Il punto dolente del panorama economico torinese continua a essere quello dell'edilizia la cui crisi ha commentato il direttore dell'Unione, Sergio Dosio - «pare quasi divenire di carattere strutturale». Il numero delle concessioni edilizie si è ridotto del 20-25% e ristagnano le opere pubbliche, malgrado il potenziale di infrastrutture della città sia, per i prossimi cinque anni, di 10 mila miliardi. Con queste premesse il '98 dovrebbe essere l'anno - come ha sostenuto il presidente, Francesco Devalle - «in cui la ripresa si consolida e la crescita del Pil dovrebbe essere superiore al 2%». Ha aggiunto: «Giocano a favore della ri- presa il consolidamento della crescita mondiale, la tenuta dei consumi, nonostante il venir meno degli incentivi, e la prevista ripresa di investimenti e esportazioni». I timori vengono dalla fragilità dei mercati dell'Est Asia, dalla persistente «elevata pressione fisca- le», dallo spauracchio delle 35 ore, il differenziale rispetto all'Europa dei tassi di interesse. Devalle ha sintetizzato: «Il problema di Torino è la mancanza di un volume di investimenti sufficiente a generare un solido rilancio occupazionale. Per aggredire que¬ sto nodo noi abbiamo proposto lo strumento del contratto d'area. Alle parti sociali spetta un ruolo di promozione; dopodiché i veri protagonisti diventano gli enti locali». La presidente della Provincia, Mercedes Bresso, ha ribadito «l'interesse della Provincia per il con¬ tratto d'area» e ha ricordato che però «occorre un accordo tra le parti sociali». Ha aggiunto: «E' urgente decidere quale percorso si vuole seguire per poter presentare al presidente Prodi, che entro breve sarà in visita a Torino, un preciso programma di richieste». Anche dall'assessore comunale al Lavoro, Bruno Torresin, è arrivato un commento alla proposta degli industriali: «Non abbiamo preconcetti: 0 nodo è decidere quali contenuti mettere nel contratto». Marina Cassi COSI' GLI INDUSTRIALI VEPONO IL 1998 Francesco Devalle, presidente industriali

Persone citate: Bruno Torresin, Devalle, Dosio, Francesco Devalle, Mauro Zangola, Mercedes Bresso, Prodi, Sergio Dosio

Luoghi citati: Asia, Europa, Torino