Maier come Superman mette il settimo sigillo

Maier come Superman mette il settimo sigillo Senza rivali nel gigante di Adelboden Maier come Superman mette il settimo sigillo Mie sue spalle Voti Gruenigen eAccola Manca Tomba: 14° Holzer, 19° Thaler ADELBODEN DAL NOSTRO INVIATO Hermann Maier, che i suoi sostenitori, sempre più numerosi, cominciano a chiamare con i nomi più strani, da Hulk a Terminator dello sci, a Rambo delle nevi e via di seguito, viva la fantasia, Hermann Maier dicevamo non ha pietà per nessuno, nemmeno per questi poveri svizzeri che pur di assistere alla vittoria di un campione di casa, qui ad Adelboden, sono riusciti nel miracolo di allestire una pista di gigante, con tanto di neve, si capisce, in mezzo a valli verdissime che sembrano aver dimenticato l'inverno. Hermann Maier, che senza tuta e scarponi sembra un pupo gentile, quando scende sci ai piedi è una specie di belva, uno che aggredisce i pali e azzanna i rivali. Dopo aver vinto nel passato weekend i due superG di Schladming, uno stuzzichino, ieri l'ex muratore di Flachau si è divorato anche il gigante di Adelboden mostrando appetito vorace e ottenendo il settimo successo personale di stagione e il quattordicesimo dell'Austria. Dietro di lui, staccati di quasi un secondo e mezzo, è tutto dire, si sono piazzati due svizzeri: Michael Von Gruenigen, detto il pittore per via della sua abilità di dipingere sulla neve linee perfette, e Pauli Accola, che tutti noi ricordiamo avversario in coppa di Tomba nella stagione 91-92, uno che a quanto pare sta invecchiando bene. La gente, molto folta giù al traguardo, dove l'odore del formaggio fuso era pesante come un pugno in testa, non sapeva se recriminare per la sconfitta degli eroi di casa o applaudire le gesta vincenti di Superman, il quale ha poi ricordato con un eloquente sorriso che l'anno scorso questa gara l'aveva vista in televisione, quando era uno dei tanti, nello sci, in lotta per un posto ai Mondiali, e gli amici lo chiamavano ancora Hermann. Superman ha fatto il miglior tempo nella prima manche, lasciando Accola indietro di 49 centesimi e Von Gruenigen di 89. Vista l'aggressività dell'austriaco, la sua sicurezza, la sua forza esplosiva, nessuno in verità pensava che qualcosa o qualcuno nella seconda discesa avrebbe potuto strappargli il posto al sole. Von Gruenigen ci ha provato, superando di un centesimo Accola e volando nel muro finale. Ma Superman ha subito spento i sogni dei rivali, non ha sbagliato, anzi ha aumentato il vantaggio concludendo la sua prova con una specie di balzo felino. «Ho attaccato, però c'è stato un problema: lui è andato troppo forte», ha detto Von Gruenigen con realistica sintesi. «Penso di essermi qualificato per le Olimpiadi» ha invece scherzato lui, Superman, rispondendo alle domande con toni gentili e facendo le fusa a una biondina che se lo mangiava con gli occhi. Hermann Maier, insomma, ha illuminato il gigante di Adelboden disertato da Tomba. Orfani di Alberto, non si sa fino a che punto dolenti per questo, i ragazzi azzurri hanno combinato ben poco. Peggio, ad essere sinceri, erano andati in gigante solo a Park City. Holzer ha tenuto troppo, come si dice in gergo, facendo un sacco di piccoli errori, Nana è uscito nella prima manche e Sergio Bergamelli, che sembrava miracolosamente risorto, non si è qualificato per la seconda. L'unica nota lieta arriva da Patrick Thaler, ventenne neo ragioniere altoatesino, che ha ottenuto alla fine il 19° posto. Non è la luna, ma il ragazzo, n. 41 di pettorale, promette bene. Carlo Coscia

Luoghi citati: Adelboden, Austria