Sindacati ancora divisi sul passaggio a 35 ore
Sindacati ancora divisi sul passaggio a 35 ore E la Confindustria non cambia linea Sindacati ancora divisi sul passaggio a 35 ore Da Cisl e UH duro attacco alla Cgil Bertinotti possibilista sul rinvio ROMA. Si attendono novità sul nodo delle «35 ore» dal fronte della Confindustria che oggi riunisce il primo direttivo del 1998. «La posizione è ormai chiara - ha ripetuto ieri il consigliere incaricato per il Centro Studi degli imprenditori privati, Guidi - ed è stata definita nell'ultimo direttivo. Non c'è motivo per tornarci sopra: si tratta di una grande sciocchezza». Meno compatta pare, invece, la posizione in campo sindacale. Non è piaciuta a Cisl e Uil la decisione di Cofferati di avanzare una proposta della Cgil sulle 35 ore (che dovrebbe essere formalizzata domani) invece di continuare a lavorare per giungere direttamente ad un documento unitario delle tre organizzazioni sindacali. «Abbiamo lavorato anche sotto Natale - racconta Musi (Uil) - per elaborare un testo comune e già esiste una bozza di massima sulla cui base un'intesa sembrava possibile». Dal canto suo la Cisl ha risposto alla Cgil diffondendo anche la propria posizione dettagliata sulle 35 ore. «Abbiamo lavorato fino all'ultimo per un impianto unitario - spiega Natale Forlani (Cisl) - ma poi la Cgil, forse per le controversie inteme delle ultime settimane, ha deciso di seguire una strada diversa». Forlani, comunque, ha detto che si lavorerà per una posizione comune «che non credo sia difficile raggiungere». Intanto le tre confederazioni (Cgil, Cisl, Uil) ritrovano l'unità attaccando il governo e il ministro Treu per la decisione - presa nel corso dell'ultimo vertice di maggio- Fausto Bertinot ranza - di far cadere la delega che avrebbe dovuto recepire la direttiva europea sulla riduzione dell'orario e portarlo da 48 a 40 ore settimanali, come previsto da una norma del «pacchetto Treu». Sulle modalità dell'operazione sindacati confederali e Confindustria avevano raggiunto un'intesa alcune settimane fa. Un primo passo avanti, sul versante sindacale, è intanto rappresentato dal profilarsi di un'intesa sulle «35 ore» all'interno della Cgil. A due giorni dal direttivo che dovrà fissare la linea della confederazione e all'indomani dello scontro tra il segretario confederale, Walter Cerfeda, e la sinistra (l'area dei comunisti in testa), sembra possibile un accordo su due punti: la Cgil chiederà nelle piattaforme dei prossimi contratti la riduzione dell'orario a 35 ore; la legge sarà considerata uno strumento per favorire e sostenere la contrat- tazione. Sul «taglio» dell'orario interviene nuovamente il leader di Rifondazione, Bertinotti. Ed è «fumata bianca». «E' una cattiva propensione quella di cominciare con un rinvio. Sarebbe importante finire entro gennaio. Ma anche un piccolo slittamento non è grave. Non c'è ragione di dubitare delle intenzioni del governo». «La cosa importante - sottolinea - è che il provvedimento sulle 35 ore sia considerato un elemento fondamentale per la lotta alla disoccupazione». Insomma: il disegno di legge potrebbe slittare a febbraio, e non sarebbe un dramma, [fr. bu.) Fausto Bertinotti
Persone citate: Bertinotti, Cofferati, Fausto Bertinotti, Forlani, Guidi, Natale Forlani, Treu, Walter Cerfeda
Luoghi citati: Roma
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