I coriandoli di Bankitalia di Zeni

I coriandoli di Bankitalia In un anno Fazio ha sminuzzato 44 mila miliardi di lire I coriandoli di Bankitalia PROVATE a immaginarle, per un momento, le mille lire trasformate in coriandoli, diciamo una settantina tutti tondi, uno col ciondolo della Montessori, l'altro col leone alato, l'altro con quella frase severa: «La legge punisce i fabbricatori e gli spacciatori di biglietti falsi». E le diecimila? Almeno una novantina di coriandoli col più bello di tutti, quello col naso appuntito di Volta. Scherzo di un carnevale ormai è alle porte? Niente affatto. Perché questa storia delle mille, delle diecimila, delle centomila lire ritirate dalla circolazione perché troppo deteriorate e che finiscono, anno dopo anno, in coriandoli è storia vera. Parola di Banca d'Italia, supremo custode delle banconote: lei le crea e lei le distrugge. E nel '96, si è saputo adesso, sono stati quarantaquattromila i miliardi distrutti: una finanziaria e mezzo in piccolo taglio finita in coriandoli. Una montagna di corian¬ doli. Calcolare per credere. Dunque, 327 milioni di banconote da mille lire fanno, uno più uno meno, 23 miliardi di coriandoli da 5-10 millimetri di diametro. Diciamo un mezzo stanzone formato ministeriale pieno zeppo. Poi ci sono i 282 mihoni di banconote da 10 mila lire e sono altri 26, 27 miliardi di coriandolini simpatici come pochi che starebbero a mala pena in un ufficio di via Nazionale. Non bastasse, sempre nel '96, rivela Bankitalia, sono finiti triturati nell'apposita macchinetta 283 mihoni di centomila col Caravaggio e il bel cesto di frutta che sta all'Ambrosiana: zac, zac, zac e fanno altri 34 miliardi di coriandolini rosso mattone, quanto basta per riempire all'orlo una piscina. Fine in gloria, si dirà, per quelle oneste banconote che chissà quante mani hanno visto e quanti minuti di (dis)piacere, tra chi le dava e chi le riceveva, hanno distribuito. Finale a sorpresa con quel pizzico di ecologico che non guasta nemmeno nelle stanze ovattate del governatore Fazio: una volta, tre, quattro anni fa, tutte le banconote usurate finivano in un forno inceneritore che, ahimè per lui, faceva fumo, troppo fumo. Adesso ci pensa la macchinetta magica dei coriandoli che non finiscono - come a tutti noi piacerebbe - nei sacchetti di Carnevale (pensate che lotta per cercare di ricomporre le centomila!), ma qualcuno va al macero e qualcun altro finisce, udite, udite, a far da imbottitura dopo esser stato ben pressato e ricomposto in mattoncini di un chilo al metro cubo. Come dire, nulla si butta, tutto si riutilizza, anche le care, vecchie banconote formato coriandolo. Ma pensate, per un attimo, alla piscina piena di Centomila mignon: alzi la mano chi non vorrebbe farci un tuffo alla Paperon de' Paperoni. Armando Zeni

Persone citate: Montessori, Volta