Manovra in tempi-record

Manovra in tempi-record Manovra in tempi-record Un segnale forte per l'Europa ROMA. E' sempre stato un suo pallino: anticipare la manovra economica rispetto ai tempi canonici di presentazione. Non entro settembre, ma già prima dell'estate. Carlo Azeglio Ciampi aveva accarezzato questa idea un anno fa, quando l'Italia era ben lontana dall'avere conquistato i traguardi di Maastricht, e occorreva un segnale forte, capace di rassicurare i mercati scettici. Poi, però, il superniinistro dell'Economia dovette rinunciare. Sul tappeto c'erano ancora troppi nodi da sciogliere, nodi tutti politici che investivano innanzitutto il futuro del sistema previdenziale, con Rifondazione comunista sul piede di guerra, i sindacati in fibrillazione, i partiti in allarme... I tempi della politica non coincisero, insomma, con quelli dell'economia. Ma ora Ciampi è seriamente intenzionato a riprovarci. La legge finanziaria 1999 potrebbe dunque essere presentata al Parlamento prima delle vacanze estive. E le sue linee guida sarebbero indicate ancor prima, conquistando un record senza precedenti nella storia della Repubblica. Ma Ciampi, è chiaro, non pensa affatto a entrare nel Guinness dei primati. Le ragioni dell'anticipo, confidate ai suoi collaboratori, avrebbero piuttosto il valore di un segnale forte lanciato in un momento cruciale, quello delle scelte europee. A maggio si deciderà quali sono i Paesi che faranno parte della prima «infornata» dell'Euro, e il governo Prodi si è dato, come traguardo vitale, l'ingresso nella prima serie. I risultati di bilancio del '97 hanno consentito di portare il disavanzo sotto la soglia del 3% del Pil, un risultato eccezionale che tuttavia esige di essere migliorato, agli occhi dei futuri partner, di qui al Duemila. Secondo i dati contenuti nel Dpef, l'indebitamento netto della Pubblica Amministrazione dovrebbe attestarsi al 2,8% del Pil nel 1998, grazie alla Finanziaria da 25 mila miliardi approvata a fine dicembre, al 2,4% nel 1999, all'1,8% nel 2000, in linea con il tetto stabilito negli accordi di Maastricht e con le indicazioni del Patto di stabilità. Tradotto in cifre, ciò significa che la manovra del 1999 dovrà essere di circa 16.700 mihardi. Decidere di anticiparla, soprattutto mentre in alcuni Paesi si persevera nel dubbio sulla nostra capacità di rigore a lungo termine (vedi il «caso Olanda»), avrebbe l'effetto di tagliare corto con i residui margini di incertezza. Non è tutto: una mossa del genere non potrebbe che trovare una favorevole accoglienza sui mercati finanziari. E dunque il Tesoro potrebbe incassare, sotto forma di minori tassi sul debito pubblico, i «dividendi» della sua politica di severità nei conti. Naturalmente, Ciampi sa benissimo che una decisione del genere va pesata politicamente. Oltre al via libera di Prodi e di D'Alema (per non parlare dell'inevitabile confronto con Bertinotti), sarà indispensabile un accorto dosaggio dei tempi parlamentari, dominati dal dibattito sulla riforma della Costituzione. [r. r.l

Persone citate: Bertinotti, Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, D'alema, Prodi

Luoghi citati: Europa, Italia, Olanda, Roma