Torna il sereno sull'ottovolante delle Borse
Torna il sereno sull'ottovolante delle Borse Bene i mercati continentali, Milano frenata dalle indiscrezioni olandesi. Giappone in difficoltà Torna il sereno sull'ottovolante delle Borse E Ciampi vuole la Finanziaria prima dell'estate MILANO. Le Borse respirano: recupera l'Oriente (Honk Kong con un +7,3%, Giacarta addirittura su del 9), riparte l'Europa, Piazza Affari, pur frenata dalla doccia fredda olandese («se ammettono l'Italia nell'Unione monetaria mi dimetto...» dice e poi smentisce il ministro delle Finanze olandese) fa un grosso passo avanti. E Wall Street, dopo aver tamponato in avvio di settimana i brividi asiatici, spegne di nuovo i computer, ma stavolta al rialzo. Questo è, in sintesi, il bilancio di una giornata positiva per i listini mondiali, avviati verso il recupero della normalità. Si comincia, in mattinata, dall'incursione di un kamikaze armato di pistola al quattordicesimo piano del «Kabuto cho» di Tokyo, la Borsa nipponica. E' un estremista di destra di un gruppo antiamericano e chiede che il ministro delle Finanze blocchi la seduta del mercato azionario (chiusa poi con un modesto rialzo): un modo, estremo, per testimoniare lo choc del risparmio nipponico di fronte alla continua erosione dei propri capitali, quasi una beffa degli occidentali, pensano in molti. Ma, forse, più del blitz in Borsa, spaventa i giapponesi l'ultimo messaggio dell'Epa, autorevole agenzia governativa. «Siamo in fase di stagnazione - dice il bollettino di dicembre - perché cresce il pessimismo di famiglie e imprese» Non meno eloquente, sullo sfondo, il silenzio del grande fratello cinese, mentre tutte le finanziarie del mondo si domandano se le autorità comuniste siano favorevoli o no alia svalutazione del dollaro di Honk Kong rispetto alla valuta Usa, dopo il crollo della Peregrine e i problemi delle finanziarie di molti banchieri rossi dell'ex colonia britannica. «Da Pechino non mi hanno fatto sostiene Donald Chang, responsabile delle Finanze di Honk Kong nemmeno una telefonata. Altro che pressioni». Si vede, ne deducono i banchieri di tutto il mondo, che a Pechino piace la linea di Chang («sono pronto a far salire i tassi anche al mille per cento pur di non svalutare...» ripete da ottobre). Un copione così sembra uscito dalla penna di un Ken Follett o di Paul Erdman. E non stupisce nemmeno la variante olandese che s'abbatte su Piazza Affari. Mancano pochi minuti alle 16, più di un'ora vetti, star di buona parte della seduta, quando, invece, sugli schermi compare il riassunto dell'intervista di un politico ai più del tutto sconosciuto: Gerrit Zalm, ministro delle Finanze olandese, esponente di un partito moderato che appoggia il governo Kok. «Se l'Italia verrà ammessa nell'Unione Monetaria darò le dimissioni» dice serafico Zalm e sui mercati, ovviamente, è subito bufera. In pochi minuti il listino italiana perde circa la metà del vantaggio accumulato (il 2% circa) nel corso della giornata. La lira, a dimostrazione del buon momento della finanza italiana, tiene al di là di ogni previsione: arretra sul marco poco sopra le 984 lire ma riprende posi¬ zioni ancor prima della smentita ufficiale in arrivo dall'Aia. Chissà, forse gli operatori danno ormai per scontato un clima di instabilità in vista delle pagelle di Maastricht. Di qui a maggio i colpi di scena sullo scacchiere dell'euro non mancheranno di sicuro. Da Wall Street, del resto, continuano a giungere notizie positive. I titoli tecnologici e le finanziarie, dopo la caduta di venerdì, hanno ripreso posizioni, così come i prezzi del greggio. Anche negli Usa l'inflazione si mantiene bassa (solo +0,1 a dicembre) ma non si moltiplicano i segnali della deflazione e della caduta dell'attività economica. La barca va. Ugo Bertone prima della chiusura di una seduta all'insegna di cospicui rialzi. Nelle sale gli operatori stanno scrutando i monitor per aver conferma del prossimo avvio dell'aumento di capitale dell'Oli- MADRID LONDRA PARIGI FRANCOFORTE SYDNEY MANILA GIAKARTA ; + 1,3S% *IMM>% +1,41% +0,37% +0^0% +3,7S% +#,11% * Il presidente del Consiglio Romano Prodi e il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Donald Chang, Gerrit Zalm, Ken Follett, Paul Erdman, Romano Prodi, Ugo Bertone, Zalm
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