L'uomo indossa il visone .

L'uomo indossa il visone . Milano, Ferrè punta invece su capi sintetici e inventa pantaloni con L'uomo indossa il visone . Da Cucci a Fendi, trionfa la pelliccia MILANO DAL NOSTRO INVIATO Freddoloso, viziato, vanesio e spendaccione. Le ha tutte. E' il narciso dal capriccio facile che punta i piedi e pretende la pelliccia, costosa e opulenta, proprio come quella che un tempo usava solo lei. Roba da far imbuf alire gli animalisti, che infatti non gradiscono. Il loro portavoce più agguerrito, Stefano Puzzo, s'indigna: «Nemmeno sulle passerelle femminili se ne sono viste così tante. Se gli stilisti pensano di risollevare il settore in questo modo si sbagliano». Ma tant'è. «Voghamo parlare ancora degli animalisti? Dietro le quinte i modelli si litigavano i cappotti di opossum. Abbiamo un grosso mercato che parte dalla Russia e arriva in Canada», ribattono le Fendi, un défilé fitto di sontuosi pastrani in castoro spitz, lunghi fino ai piedi, da weekend in Siberia. Mantelli regali da portare con borselli di cavallino mimetico. Capi spalla adatti anche a smoking dalle rinnovate giacche in maglia. La voglia di pelliccia non risparmia neppure Gucci, dove Tom Ford propone paltò di visone black, oggetti del desiderio dedicato a pochi cresi che girano in limousine. «Capi riservati agli attori e ai giovani, magri e belli. Come Leonardo DiCaprio, per intenderci», specifica Tom Ford restringendo il cerchio già elitario delle future <<fur-victim». Giovanotti apparentemente fuori moda, che da lontano vestono di grigio come banchieri di Wall Street. Ma da vicino rivelano dettagli innovativi: dolcevita sottili al posto della camicia, scarpe di coccodrillo con doppia fibbia, jeans rigidi dal microrisvolto verde e rosso, giubbotti chiodo tagliati al vivo, oppure cappotti alla Roger Vadim, dai grandi colli in visone. Tocco che decora anche smoking in velluto. Vera e finta riecco la pelliccia, ricordo degli Anni Settanta. Coveri presenta l'uomo delle nevi, riscaldato da un mantello di lupo, avvolto in giacconi di coyote. «Sono le attuali coperte di Linus, protezioni per difendersi dall'aggressività delle donne», scherza Silvana Coveri. Visone a gogò anche da Verri, capace di intrecciarlo a strisce come fosse un golf di ciniglia. Sul fronte del falso, ma tecnologico, si schiera invece Gianfranco Ferrè. «Alle soglie del Duemila gli uomini possono soddisfare il loro narcisismo con pellicce sintetiche, leggere e pratiche, da appallottolare in valigia», dice l'architetto che stinge montoni in varichina, invecchia giubbotti di coccodrillo e giacconi in pelle borchiati da Easy Ryder. Il mago della sperimentazione usa il titanio nelle maglie come nei legni da golf, marchiati GF, della nuova linea Sport. Mischia cotone e rame per jeans stropicciati, spalma d'alluminio pantaloni e piumini caldi come stufette. Lo chic è una questione di abbinamenti. Da Ferrè la camicia di taffetas bianca gonfia e croccante sposa smilzi completi grigi. Ombrosi golf slabbrati si abbinano a giacche guru sfoderate e doublé per Donna Karan. La maglietta militare da Venturi rallegra gli abiti grigi declinati in morbido jersey, elastici come tute, per agevolare i movimenti. Il furto è di moda. Dilaga. Si di- sperano da Basile. L'altra sera dal loro camion parcheggiato in via Montenapoleone è stata rubata tutta la collezione nei nuovi mélange marroni e blu effetto melanzana. «Volevo allestire una parata di manichini in boxer e scrivere sotto "Milano invivibile, ecco quel che ci è rimasto"», racconta lo stilista Gianni Allietta. Sottratte dal furgone pure svariate giacche di Missoni. «Pazienza», sbotta Angela Missoni che ha rilanciato tinte scure, disegni jacquard e tanti gilet portati con sottili camicie di maglia e paltò che paiono nuvole di lana boucle. «Il mio uomo non è gay. Niente pellicce o roba del genere. Ho puntato su maglioni rustici e giacconi Anni Cinquanta. Poi giacche blu e grigie alla Bertinotti e alla Agnelli», precisa Anna Molinari presentando la linea Blumarine. Golf di cachemire come opere d'arte, quadri d'autore. Los Copains per evitare le ruberie fotografa uno studente torinese, Ludovico Benazzo, e lo inette in mosti a. Incorniciato con 16 pullover diversi, fra cui spiccano i preziosissimi norvegesi a 8 fili. Romeo Gigli, neopadre di Diletta, cede al colore, agli scozzesini rossi e ai velluti verdi per saggi completi dalle grandi spalle imbottite. Nei saloni di Palazzo Chiesa sfilano pantaloni strettissimi e blazer a sei bottoni, maglioncini a collo alto e gessati vivaci. Antonella Amapane clossiche giacche chi o corti blazer in Ott DUEMILA. a nuova versione sostituisce le con maglioni bìoni-tessuto, anche ciò. Il modello più in pelle inchiostro. JT|««lnt(^ele$fy- copporfi. Fino al mosto delle giacche in velluto a coste. Basile ottiene addirittura una particolare tonalità prugna mischiando fili di JlfiAMS H6HMO. In rame e catone effetto stropicciato^ fosforescenti do sfoggiare in discoteca, litografati con la sagoma dei pantalone sgualcito stampato. Ma anche a tiratura limitata, come ì giapponesi Edwin, favoriti doli» star. LA BORSA PER LMl.^f p Portata a bandoliera mo- ^-—-if dello Pony Express o a tra- I colla, genere borsello. Secondo 3 Dolce e Gabbana toma la cartella con il manico piccolo e rìgido, che un tempo i maestri di campagna portavano sottobraccio. BLAZER INCESSATI. Foderati e strutturati come corazze, rigidi e impettiti. Le giacche di domani devono invece essere morbide, senz'anima, quasi dei cardigan declinati nei tessuti ipertroaizionoli (vedi grisaglie e gessati) SCARPE A PUNTA BYE BYE. Tramontano in favore di scarponcini massicci e arrotondati, di stivali e anfibi. Il camperos ha le ore contate Meglio calzature allacciate, con .tomaio in cuoio lucido o ca-, vallino oni con . fibre di allA destra, udella coGucci: per la casa di mstilista Tom proposto trcappotti disottili dadella e sccocDoppdi Bas L'uomo delle nevi secondo la proposta di Coveri IL BORSINO DELLO STILE

Luoghi citati: Canada, Milano, Russia, Siberia