Il distributore di eroina creerà una tribù di cronici

Il distributore di eroina creerà una tribù di cronici . : ■ ■ . ' . . . : Il distributore di eroina creerà una tribù di cronici SU un problema così drammatico e così complesso, per nostra fortuna, non siamo all'anno zero. Non è più tempo d'inseguire ricette miracolose ma neppure di arrendersi. Abbiamo infatti a disposizione conoscenze maturate in anni di tentativi ed esperienze frutto in primo luogo dell'impegno straordinario del mondo del volontariato, una ricchezza tutta italiana che davvero è assurdo non valorizzare per inseguire improbabili e poco mirate scorciatoie. Queste esperienze costruite su mille successi raggiunti a prezzo di fatiche e dolori indicibili ci danno l'obbligo morale di non arrenderci a convivere con la droga e sono la migliore smentita a chi sostiene che non ci si può limitare alla sola repressione. Ma, poi, quale repressione? Quale proibizionismo? Anzi. Il referendum dell'aprile '93 che ha depenalizzato il consumo della droga ha nei fatti - per provarlo basta andare in una qualsiasi piazza e luogo di spaccio delle nostre città - legato le mani alle for¬ ze di polizia. Qualsiasi pusher non colto dal poliziotto nell'atto dello spaccio ha la possibilità di farla franca. E, a proposito di carcere, non c'è un solo giovane italiano o straniero in galera per droga, semmai per reati connessi all'uso di stupefacenti come spaccio, scippo, furto, rapina. Di questo si tratta e di questo occorre parlare individuando e costruendo percorsi di recupero alternativi al carcere. Il resto è propaganda di chi non vuole neanche misurarsi con le statistiche. E' solo una coincidenza che il numero di morti per droga che era sceso, negli anni della JervolinoVassalli, quindi prima della depenalizzazione, fino a 813 decessi l'anno ha avuto una nuova impennata risalendo al record negativo di 1564 morti nel '96? In questo contesto, con l'emergere sempre più netto di un profilo diverso del tossicodipendente - non più l'eroinomane coatto ma il ragazzo giovanissimo, di estrazione borghese, che abita nelle zone più ricche del Centro-Nord e che assume «due di tutto», ov- vero la pastiglia di ecstasy il sabato sera, più un Valium per calmarsi e all'alba della domenica due birre e un tiro di cocaina - viene proposta da alcuni, come una «nuova frontiera» da sperimentare, la somministrazione controllata della droga. Droga per curare dalla droga. Al di là dei vincoli internazionali che pur esistono - l'Italia ha sottoscritto i trattati Onudel'61, '71, '88 che vietano la liberalizzazione delle sostanze stupefacenti - e dei complessi problemi etici sollevati da una simile ipotesi (è evidente il rischio di creare dei nuovi ghetti in cui i tossici cronici, come i 1146 del programma svizzero, vanno a ri¬ tirare tre volte al giorno la loro eroina già in siringa) ancora una volta è bene rifarsi all'esperienza di tutti questi anni. All'inizio degli Anni Ottanta, sulla spinta dei radicali, l'allora ministro della Sanità, Aldo Aniasi, autorizzò la distribuzione di morfina con ricetta medica. Un esperimento a dir poco disastroso e presto accantonato. Non solo. In Italia, come ha ricordato Cancrini, è praticata «già troppo largamente» nei nostri servizi la somministrazione terapeutica di metadone. Tanto che il ministro Bindi, recentemente, è stata costretta a inviare una circolare perché non si superi il quantitativo di 120 milligrammi al giorno. Medici costretti spesso a fare i distributori di questa morfina sintetica, tossici che accumulano nel sangue una sostanza ben più difficile da smaltire dell'eroina: non basta aver già creato una tribù di cronici? Vogliamo aggiungerne altri? Perché, è chiaro, qui fuori da ogni ipocrisia, si tratta di una politica più o meno efficace di controllo sociale e non di programma di recupero: un drogato che sa di poter ritirare la sua dose di eroina non farà mai nulla per tentare la difficile strada dell'uscita dalla droga. E, di questo passo, ai giovanissimi consumatori delle nuove droghe sintetiche, loro sì protagonisti della nuova emergenza, lo Stato invece cosa distribuirà? Birra e pasticche gratis? Chiara Berìa di Argentine Nessuno si deve arrendere a convivere con gli stupefacenti Secondo un sondaggio la maggioranza degli italiani è contraria alla «droga di Stato»

Persone citate: Aldo Aniasi, Bindi, Cancrini

Luoghi citati: Italia