Muore un rapitore di Soffiantini
Muore un rapitore di Soffiantini Milano, rimase ferito durante la sparatoria con i Nocs che portò a 4 arresti Muore un rapitore di Soffiantini Era in cella paralizzato MELANO. E' morto ieri sera all'ospedale San Paolo di Milano, dove era stato ricoverato d'urgenza dal carcere di Opera, Mario Moro, uno dei rapitori dell'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini, che era rimasto ferito in un conflitto a fuoco con la polizia il 20 ottobre scorso. Mario Moro, quarantaquattro anni, pregiudicato di origine sarda, faceva parte della banda intercettata dalla polizia e catturata dopo una sparatoria sull'autostrada Roma-L'Aquila, in località Pietrasecca. Il bandito era rimasto di fatto paralizzato per un proiettile che lo aveva colpito alla spina dorsale dopo aver tentato di reagire. L'uomo era sospettato di aver partecipato con i suoi complici al conflitto a fuoco avvenuto tre giorni prima e nel quale era rimasto ucciso l'ispettore dei Nocs Samuele Donatoni. Nella trappola tesa dagli agenti erano caduti anche un altro sardo, Agostino Mastio, 41 anni, e i cesenati Giorgio Sergio e Osvaldo Broccoli. I tre si erano subito arresi ed erano stati condotti in carcere. Alcuni giorni dopo la cattura, dopo essere stato in bilico tra la vita e la morte, dal suo letto d'ospedale Mario Moro aveva lanciato davanti alle telecamere della Rai un appello ai suoi compagni perché rilasciassero Giuseppe Soffiantini, rapito il 17 giugno scorso. Ma a nulla erano servite né le sue parole né le ricerche a tappeto, soprattutto nel Grossetano, dell'ostaggio, sofferente di cuore e bisognoso di medicinali quotidiani. Ci furono polemiche sulla fuga di notizie, che avrebbe allertato i sequestratori ancora latitanti e avrebbe permesso loro di sfuggire. Forse, fu ipotizzato dagli investigatori, l'imprenditore bresciano potrebbe essere stato ceduto a un'altra banda. Moro aveva sette fratelli. Il padre Sebastiano, 72 anni, era stato condannato a 14 anni per il rapimento di Italo Rossini; la madre Antonietta Buia era stata arrestata mentre acquistava fiammiferi con le banconote del sequestro Santarcangelo. Dei loro otto figli, soltanto le ultime due femmine sono incensurate. Secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi, qualche giorno fa Mario Moro era stato sottoposto a un intervento chirurgico per un'ernia, forse conseguenza delle ferite riportate nella sparatoria con la polizia. All'improvviso, ieri sera, le sue condizioni sono peggiorate e l'uomo è stato portato d'urgenza all'ospedale San Paolo, dove è morto poco dopo il ricovero. Proprio lunedì i familiari di Soffiantini hanno diffuso una lettera di solidarietà al padre perché fosse pubblicata sui giornali, anche per far conoscere la loro volontà di fare qualsiasi cosa pur di ottenerne la liberazione. E' intenzione della famiglia Soffiantini far seguire alla lettera apparsa ieri sui quotidiani altri messaggi al rapito, da parte di parenti e amici, nei prossimi giorni. «Con questa lettera vogliamo iniziare un'ideale corrispondenza che ti porti nostre notizie e ti faccia sentire meno solo» si legge nel testo diffuso lunedì dai 3 figli dell'imprenditore, Carlo, Giordano e Paolo, che hanno voluto infondere coraggio al padre. Richiesto di un commento, l'avvocato della famiglia Soffiantini, Giuseppe Frigo, si limita a sottolineare che si tratta di «un'iniziativa presa dai figli, che hanno voluto scrivere al padre per fargli sentire la loro vicinanza e il loro affetto», [r. cri.] Dall'ospedale aveva lanciato un appello ai banditi perché liberassero l'ostaggio Cosi Mario Moro si era rivolto ai complici lanciando un messaggio alla tv
Luoghi citati: L'aquila, Milano, Pietrasecca, Roma
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