Applausi e lacrime per Agnelli jr.

Applausi e lacrime per Agnelli jr. Nella chiesa della Consolata in prima fila i familiari, il parroco nell'omelia: giovane, bello, ricco ma soprattutto buono Applausi e lacrime per Agnelli jr. Torino, in duemila alla messa di trigesima la famiglia. TORINO. Hanno scelto la Consolata, il «cuore religioso e civile della nostra città», come l'ha definito il rettore monsignor Franco Peradotto, per ricordare Giovanni Alberto. Per pregare per lui, e per unire il loro dolore al dolore di tutti. I genitori di Giovanni Alberto, con tutta la famiglia Agnelli, ieri hanno commemorato il presidente della Piaggio, vittima di una tremenda malattia ad appena 33 anni, fianco a fianco con la gente comune. Piangevano in tanti, alla messa di trigesima. In tanti hanno applaudito quando Umberto Agnelli, visibilmente commosso, alla fine della celebrazione ha preso per mano Avery Howe, la giovane sposa in lacrime, e ha attraversato con lei e con Antonella Bechi Piaggio, anche lei con il volto rigato di lacrime, la navata centrale: per uscire sul sa grato a stringere le mani della gente. Hanno voluto dire «grazie», prima di andare via, a quella gente qualunque. Sono in mille e ottocento, in chiesa. Forse duemila. C'è la Juventus che Giovanni Alberto tanto amava: i dirigenti, i calciatori, e anche i «pulcini», con lo stendardo bianconero. Ci sono i vertici dell'ifi, la Fiat e la Piaggio. Cesare Romiti, Paolo Cantarella e Roberto Testare accanto al sindaco, i presidenti di Provincia e Regione, il prefetto, le autorità militari. Sergio Pininfarina. Gli operai, con le tute e le divise aziendali. I calciatori del Torino. I carabinieri paracadutisti, con cui Giovanni Alberto era stato militare. Nelle prime file, L'Avvocato, in piedi per tutto il rito funebre, appoggiato su due bastoni dopo la frattura al femore. Avery, tra Umberto e Antonella Bechi Piaggio. I fratelli di Giovanni Alberto, Anna e Andrea. Donna Marella e Donna Allegra, Susanna e Maria Sole, Luca di Montezemolo, Cristiana Brandolini con i Camerana, i Nasi, i Ferrerò Ventimiglia, i Fùrstenberg, i Rattazzi, i Campello. Dietro all'Avvocato, John Elicami, il giovane entrato nel consiglio d'amministrazione al posto di Giovanni Alberto. Andrea Agnelli si alterna con quattro operai della Piaggio nella lettura dei Salmi. Con don Peradotto concelebrano cinque sacerdoti: Luigi Ciotti, Esteri110 Bosco, Giuseppe Sanguinetti, il parroco di Villar Perosa Franco Gallea. E soprattutto don Renzo Savarino, il padre spirituale di Giovanni Alberto, che ha seguito fino all'ultimo, alla Mandria. E' lui che nell'omelia lo ricorda con commozione. Ricorda il suo amore per la vita, e la lotta con la malattia. Dice che era «giovane, bello, ricco, sperimentalo dirigente d'azienda. Ma soprattutto buono, capace di mettere a proprio agio chiunque, Al sacerdPrego peMa se il è perché perché non si sentiva superiore a nessuno». Ricorda che si domandava perché, perché tutto quel dolore dovesse toccare proprio a lui, ma anche che il suo sorriso tornava radioso quando guardava la piccola Virginia Asia. E racconta un giorno d'autunno, quando lui gli disse: «Io voglio vivere, don Renzo. Prego per vivere, desidero vivere. Ma se il Signore vuole altro da me, è perché per me sarà meglio così». Giovanna Favro Al sacerdote disse: Voglio vivere Prego per vivere, desidero vivere Ma se il Signore vuole altro da me è perché per me sarà meglio così» Avery Howe tra Umberto Agnelli, Antonella Bechi Piaggio e Allegra Agnelli Giovanni Agnelli ieri alla messa di trigesima alla Consolata. Sotto, il nipote Giovanni Alberto, morto un mese fa a 33 anni

Luoghi citati: Asia, Torino, Villar Perosa