«Con il fascismo Punico rischio era il carcere» di Filippo Ceccarelli

«Con il fascismo Punico rischio era il carcere» Il Cavaliere frena il «pentimento» di An: è un errore cercare la legittimazione della Quercia «Con il fascismo Punico rischio era il carcere» Berlusconi: i comunisti invece hanno fatto milioni di morti ROMA. Quando Silvio Berlusconi - magari nel tentativo di sollevarsi dal minestrone un po' rancido clie passa il convento dell'attualità politica - evoca «i milioni di morti» che gravano sulle spalle del comunismo, mentre il fascismo avrà «al massimo» sulla coscienza migliaia di persone mandate in galera o al confino, dice certamente quel che pensa metà Italia, e che senz'altro vuol sentirsi ripetere il suo elettorato. Ma per l'altra metà, e quindi per quella parte di elettorato che lo ritiene sostanzialmente un furbone, se non peggio, il Cavaliere dà la più netta impressione di essersi invorticato in questioni molto, anzi troppo più grandi di lui. Si Tra questi due estremi, è difficile ritagliarsi uno spazio di ragionevole scetticismo. Perché davvero suona sospetta quella sua banalizzazione storiografica sul fascismo, specie di revisionismo storico della domenica. Proprio lui, oltretutto, che quando gli serviva è riuscito pure a vendersi una tradizione di perseguitato: «Mio padre è stato in esilio per due anni, La mia famiglia ha avuto dei guai durante il fascismo») (confe- Èsili renza stampa alla Stampa Estera, novembre 1993). Insomma, per dirla perfino con eleganza, si stenta a credere che tra una Bicamerale, un arresto di Previti, un processino a Palermo, l'asse D'Alema-Fini e l'ennesimo slittamento dell'ormai fantasmatico congresso di Forza Italia, a Berlusconi rimanga molto spazio da dedicare, magari con qualche iniziativa culturale di rilievo, ai poveri morti del comunismo. D'altra parte, occorre anche riconoscere che, da straordinario uomo di comunicazione, il Cavaliere non solo ha intuito, ma prima di qualsiasi altro politico sta tentando di giocarsi qui in Italia l'impatto emotivo e la terribile contabilità del «Livre noir du communisme». A suo modo, si capisce, con un linguaggio così facile da viaggiare raso terra. C'è chi dice che Berlusconi non legge volentieri, nel senso che non ha la curiosità, né sente il dovere austero o il piacere gratuito della lettura e della conoscenza. Però, se capisce che un certo libro gli può tornare utile, beh, allora se lo fa «spiegare» da qualcuno e a quel punto sembra che l'abbia addirittura imparato a memoria. Così, evidentemente, con le sue indubbie doti di sensitivo, ieri gli serviva di riaccreditarsi a destra, oppure di infilare una zeppa nel feeling tra pds e Fini, o tutte e due le cose. Bene, senza offesa si può dire che in questo senso è riuscito a vendersi perfino la «macabra aritmetica comparativa», come la definisce lo stesso Stéphane Courtois nel saggio introduttivo del Livre. Con immediato giubilo dell'onorevole Buontempo. Di quelle vicende tragiche, di quei morti si è risparmiato, per fortuna, l'inventario geografico (Urss, Cina, Cambogia, Vietnam, Africa eccetera) e al dettaglio (repressioni, carestie, guerre civili, fallimenti economici). Ma visto che c'era, ha offerto anche un piccolo presente ad An - che pure fa di tutto per levarsi di dosso quel suo passato ingombrante - richiamando con spregiudicata innocenza la ridotta pericolosità del fascismo che «al massimo» ha spedito gente in galera o nelle isole. Con il che Berlusconi ha lanciato un segnale alla sua nicchia di mercato - che da un anno a questa parte lo vedeva così interessato a un accordo sulle istituzioni con gli eredi dei massacratori di kulaki. Anche in questo modo, naturalmente, si fa politica. Bisogna accontentarsi. Il Cavaliere è unico, altri non sono migliori di lui. Ma ringraziarlo di questa lezione, no. La storia, purtroppo, è ancora una cosa troppo importante per lasciarla ai politici e alle loro improvvisazioni. Filippo Ceccarelli 11 •:;::x'.-.- y'-.-frì Èsili A sinistra Gianfranco Fini Qui sopra Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Africa, Cambogia, Cina, Italia, Palermo, Roma, Urss, Vietnam