La prima volta del professore in commissione
La prima volta del professore in commissione Oggi Di Bella parteciperà alla riunione per stabilire tempi e modi della sperimentazione La prima volta del professore in commissione In Puglia ospedali assediati: niente cure ai non residenti ROMA. Se non è pace, è tregua tra Luigi Di Bella e Rosy Bradi. Il professore ha accettato l'invito del ministro della Sanità a partecipare alla riunione della Commissione oncologica prevista per oggi. Lo ha reso noto il portavoce di Di Bella, Ivano Camponeschi, che ne ha diffuso una dichiarazione: «Compatibilmente con gli impegni assunti precedentemente, sarò lieto di incontrare il ministro e la Commissione». Il figlio, Luigi, ha però posto come condizione che sia rispettata la libera scelta dei pazienti e che non siano intimiditi i medici che prescrivono la cura. La prima parte dell'esame della Commissione partirà dal controllo della documentazione giunta al ministero della Sanità: lo ha spiegato l'oncologo Francesco Cognetti dell'Istituto Regina Elena, uno dei centri designati a sperimentare la cura. La seconda tappa, invece, sarà la stesura del protocollo, cioè di un documento che spiega perché si fa lo studio, che cosa si studia, quali sono i tumori da privilegiare, le dosi dei farmaci, gli esami clinici da effettuare prima, durante e dopo il trattamento, le analisi statistiche. A questo punto, ogni centro designato alla ricerca dovrà sottoporlo al proprio comitato etico, che valuterà anche l'aspetto del consenso dei malati che parteciperanno allo studio. A esaminare i dati delle documentazioni pervenuti al ministero sono, oltre a un gruppo di esperti stranieri, 28 esperti della Commissione oncologica, tra i quali il premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco, i direttori scientifici dei 7 istituti per la ricerca sul cancro (Rilke, Veronesi, Carbone, Santi, Natali, Monfardini, Grammatica) e alcuni primari oncologi. Se ieri sera, a cinque ore dalla scadenza del termine dell'ordinanza Bindi, ai Nas erano arrivate 70 cartelle cliniche di pazienti di Di Bella, si è aperto un altro fronte: i farmaci. La decisione della Regione Puglia di somministrare i medicinali a base di somatostatina gratuitamente è stata infatti criticata dal ministro, secondo il quale ci dovrà essere «un unico comportamento» in tutto il territorio nazionale. Contro i «trasgressori» - ha detto Rosy Binda - potrebbe essere avviato un conflit¬ to di attribuzioni. Tuttavia, un'altra Regione si appresta a fornire gratuitamente i farmaci usati da Di Bella, la Lombardia: oggi la giunta deciderà sul «sì». Intanto, la pioggia dei ricorsi non si arresta e le preture si vedono sommerse dalle richieste degli ammalati che chiedono la cura Di Bella. Alcuni, come ieri a Roma, sono stati accettati, mentre la Puglia sta diventando di ora in ora la terra della speranza: tanti ammalati, infatti, arrivano negli ospedali per cercare di assicurarsi le cure e molti pa¬ zienti sono disposti a cambiare residenza per potere ottenere il diritto alla sornministrazione gratuita dei farmaci. La Puglia resta la Regionechiave nella «Di Bella story»: è alla pretura di Maghe che dovrebbe presentarsi il professore il 17 gennaio, convocato dal pretore Carlo Madaro, ma le difficoltà di spostare una serie di appuntamenti rendono sempre più difficile la conferma della sua presenza. Una decisione definitiva - hanno fatto sapere ieri alcuni suoi collaboratori - sarà presa solo in settimana, «nel pieno rispetto della magistratura». Magistratura che lavora a pieno regime: lo stesso Madaro ha firmato ieri altri due provvedimenti di urgenza (si è giunti così a quota 17) in accoglimento di ricorsi presentati da persone che chiedono al servizio sanitario pubblico l'erogazione di somatostatina. L'entusiasmo per la cura Di Bella è ormai esploso, anche se si registra qualche caso di «dietro-front»: nell'Istituto oncologico di Bari due dei tre pazienti che hanno adottato le cure del professore modenese hanno deciso di tornare alla terapia tradizionale dopo un peggioramento, ma uno di questi pazienti è morto, [r. cri.] Il pretore di Maglie, Carlo Madaro che, imponendo per legge la cura Di Bella, ha scatenato il caso ora invita i pazienti che non abitano in Puglia a rimanere a casa
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