«La nafta ha fatto sparire i coregoni»
«La nafta ha fatto sparire i coregoni» Grido d'allarme dei pescatori della sponda canavesana dello specchio d'acqua «La nafta ha fatto sparire i coregoni» Azeglio mette sotto accusa Viverone «Ogni giorno, in media, pescavamo dai 50 ai 60 coregoni, a volte più di cento. Ora, quando tiriamo su le reti, se ne troviamo 4 o 5 siamo fortunati». E' l'amara constatazione di un gruppo di pescatori di Azeglio - paese proprietario di una ampia fetta del lago di Viverone - che da alcuni anni gestiscono l'impianto di piscicoltura realizzato dal Comune. Una constatazione che diventa polemica: «Se non c'è più pesce, significa che il lago è inquinato - dicono -. L'acqua è sporca, piena di rifiuti (una volta abbiamo "pescato" pure un frigorifero); ma soprattutto, la superficie è coperta dalla nafta». La colpa? I pescatori non possono e non voghono lanciare accuse contro qualcuno in particolare: «Non abbiamo elementi spiega Elso Benedetto - per indicare la vera causa di questo inquinamento». Ma lo sguardo va alla parte opposta del bacino, verso la sponda di Viverone. «In quelle acque - dice Mario Coppo - circolano abitualmente i mezzi a motore. E a settembre sono in molti a lavarci i motoscafi, dopo l'estate trascorsa al mare». E' la vecchia storia, quindi. Quella di un lago diviso fra gli interessi (spesso contrapposti) della natura e dei turismo. Da oltre dieci anni la salubrità del bacino dovrebbe essere tutelata da un depuratore: 300 mihoni di spesa all'anno, suddivisa fra i Comuni di Azeglio, Piverone, Roppolo e Viverone. Ma, evidentemente, non basta. «Da tempo noi abbiamo proibito la navigazione con barche a motore - spiega il sindaco Pio Coda, solidale con i pescatori -, proprio per garantire il più possibile la salvaguardia del lago e della fauna. Ma il nostro sforzo diventa inutile se appena più in là, sulla stessa acqua, è tutto tollerato». Comunque sia, è stato un amaro inizio d'anno per i pescatori di Azeglio. Quindici giorni fa avevano subito l'ennesimo furto delle reti: «Le hanno tagliate mentre erano posate nel lago - dice Carlo Tirassa - e le hanno portate via. Il danno? Quello materiale è di almeno 4 mihoni; ma è sul morale che l'ef- fetto è stato peggiore». Ora si tirano le somme di un mese di attività. Nell'impianto di piscicoltura, dove si provvede alla fecondazione dei coregoni (il pesce tipico del bacino) e dei lucci, c'è poca vogha di sorridere. «Non guadagniamo nulla - dicono i pescatori -, lo facciamo per passione. E non vogliamo vedere il nostro lago morire di inquinamento». Mauro Revello L'economia del bacino divisa tra due interessi: tutela naturale e turismo Il sindaco di Azeglio Pio Coda è solidale con i pescatori che contestano le barche a motore sul lago
Persone citate: Carlo Tirassa, Elso Benedetto, Mario Coppo, Mauro Revello, Pio Coda
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