Niente sfratto agli squatters

Niente sfratto agli squatters Polemica in Consiglio comunale sui centri sociali e sulla «visibilità» della città Niente sfratto agli squatters Non passa la mozione diAn Gli squatters possono dormire sonni tranquilli. La mozione di An che li voleva «sfrattare» dagli edifici occupati è stata bocciata: 30 «no» contro 7 favorevoli. E Ghiglia annuncia che presenterà un esposto alla procura della Repubblica accusando sindaco e giunta di omissione in atti d'ufficio, perché non hanno «fatto rispettare la legalità». La prima seduta del Consiglio comunale del 1998 s'inizia all'insegna delle polemiche e finisce secondo il copione dell'ultima del 1997: al voto per dar vita al museo sui crimini contro l'umanità Re e parte del pds escono dall'aula, manca il numero legale, con rinvio alla seduta successiva. Muro contro muro sui centri sociali, con due eccezioni, entrambe nella maggioranza: Re non partecipa al voto perché in un emendamento è rimasta la frase «affermazione della legalità» (ovviamente nei confronti degli autonomi), e il verde Viale, si astiene, ritenendo inutile il dibattito. Al terrnine prevale la posizione sostenuta dal pds Giorgis e, prima del voto, dai comunisti Revelli e Quesito, oltre che dal ppi e da Alleanza per Torino: far ricorso alle trattative con gli squatters, da un lato (lo dice Revelli) perché creano «aggregazione», dall'altro per non creare ulteriori occasioni di scontro. L'opposizione, da Forza Italia al Cdu, da An alla Lega, «spara» contro ia debolezza deU'arnministrazione che «stravolge le regole della convivenza civile». Al voto, la maggioranza, pur senza i voti di Re e del verde Viale, vince con 26 «sì», 4 «no» e un astenuto. Toni duri pure nel precedente dibattito sulla promozione turistica della città, chiesto da Forza Italia e da An, dopo le polemiche rimbalzate sugh organi di infprmazione fra gli assessori Alfieri e Perone. Parla Alfieri, seguono esponenti di tutti i gruppi. L'azzurro Bepi Dondona, però, dà il fuoco alle polveri, attaccando il sindaco. «Ha ragione Alfieri - afferma - il problema della scarsa visibilità di Torino deriva dall'assenza di marketing urbano. Ma la colpa è di Castellani, che non sa interpretare l'anima della città. Perché è un "apolide" a Torino. Dopo il convegno del Lingotto su Maastricht siamo rappresentati dai media solo come San Salvano e dintorni: mmini ed extracomunitari». Immediata la replica di Castellani: «Vivo da 35 anni in questa città e non si fa promozione definendo apolide la maggioranza dei torinesi arrivati sotto la Mole negli ultimi decenni. Credo che quando si parla di argomenti così importanti non si possa offendere con volgari denigrazioni personali. In realtà quest'ainministrazione ha cambiato il volto di Torino, con la conferenza intergovernativa del Lingotto, con gli spettacoli del Regio che hanno attirato tanti stranieri, con i saloni del Libro e della Musica, con il rilancio dei suoi musei. Miglioramenti che dal '93 in poi sono sotto gli occhi di tutti». Una reazione «spropositata» quella del sindaco, secondo il capogruppo di Forza Italia, Daniele Cantore."Mentre a giudizio del presidente del Consiglio Mauro Marino, al di là delle polemiche, «Alfieri sta operando bene, l'importante è non lasciarlo solo». Giuseppe Sangiorgio In Sala Rossa dibattito sulle diverse posizioni sulle politiche di rilancio per Torino rappresentate dagli assessori Fiorenzo Alfieri (da sinistra) e Ugo Perone

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