«Giù le mani dall'Università»
«Giù le mani dall'Università» Non si placa la polemica dopo l'accordo raggiunto sull'area Italgas «Giù le mani dall'Università» Due docenti: decisioni in autonomia Non c'è pace sull'accordo tra Ateneo1 e Italgas per l'acquisto da 25 miliardi dei 63 mila metri quadri di corso Regina, che via Po destinerebbe a Giurisprudenza e Scienze politiche. Dopo le bordate di Rifondazione (rilanciate ieri da Rosolen e Chiezzi), e dopo la richiesta del pds di uno stop per ridiscutere tutto, alla netta ma «morbida» replica del rettore Bertolino segue ora, con toni ben più accesi, quella di Gian Mario Bravo (preside a Scienze politiche) e di Gastone Cottino (ex preside di Giurisprudenza, che ha seguito negli anni il «trasloco» di Palazzo Nuovo): «L'università - dicono innanzitutto è sovrana nelle sue scelte, e rivendica tale sovranità». Cottino (da sempre, come il collega, vicino a Rifondazione) non usa mezze misure: «Non parlo per me, ormai sono in congedo. Ma la volontà di smembrare le facoltà umanistiche nasce da una politica miope e ottusa, che mostra una grossa incultura. Farle a pezzi è una follia: noi, a Collegno, non ci andremo mai. E' un'ipotesi che abbiamo valutato e scartato a ragion veduta, non possono deportarci con la forza. Temo che i partiti boicotteranno l'ipotesi Italgas fino a costringerci a non farne più nulla. Tutto resterà com'è ora, e l'università ne farà le spese». il pLo sfogo di Cottino, che rompe il tradizionale «aplomb» dei cattedratici, nasce anche da un'altra considerazione: «L'accordo Italgas è il frutto di tre anni di incontri con la giunta. Come fanno, ora, ad accusarci di non dialogare con il Comu- ne, che ha inserito quell'area nel piano regolatore per edilizia universitaria? Non è stato il Consiglio comunale a votarlo? Ho paura che, tolta di mezzo l'università, in quell'area verrà fuori un gigantesco insediamento residenziale, in pieno centro». Scrivono Bravo e Cottino: «I politici non si rendono conto di quanto siano drammatici e impellenti i nostri problemi: non si può più perder tempo, ricominciando sempre daccapo. L'università non ha bisogno di troppi medici al suo capezzale, ma della collaborazione intelligente delle istituzioni. Non servono interventi che, cercando sempre il "meglio" possibile, ne paralizzano le iniziative». Pino Chiezzi e Mariangela Rosolen (capigruppo di Rifondazione in Regione e in Comune» ribattono: «La politica è sovrana in tema di urbanistica e questo ci legittima nella nostra opposi¬ zione al progetto. Il quartiere Vanchigha ha bisogno di verde, servizi pubblici e aree mercatali: l'area Italgas deve soddisfare queste domande. E poi, il costo al metro quadro è altissimo. E' mammissibile che l'Ateneo ragioni in termini di "prezzo di mercato"». Più «morbido» il segretario provinciale del pds Alberto Nigra: «Noi chiediamo solo un tavolo istituzionale in cui mettere a confronto le proposte di Collegno e di corso Regina. Non è detto che si debbano perdere anni per questo». Ribattono Bravo e Cottino: «Il prezzo è ben al di sotto di quello di mercato, e il progetto prevede all'Italgas verde, impianti sportivi e parcheggi anche per il quartiere. Si avrebbe un campus ideale delle facoltà umanistiche, che i politici vogliono invece privare della loro identità». Bravo: «Se Torino vuole disfarsi dell'università, lo dica apertamente», [g. f.] II consigliere regionale di Rifondazione Pino Chiezzi (da sinistra) e l'ex preside di Legge Gastone Cottino
Luoghi citati: Collegno, Rifondazione, Torino
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