«Cura Di Bella in quattro ospedali» di Marco AccossatoMaurizio Tropeano
«Cura Di Bella in quattro ospedali» Dopo il «sì» del ministro, partirà la sperimentazione ma niente somatostatina gratis «Cura Di Bella in quattro ospedali» Lo ha chiesto la Regione Sono quattro gli ospedali dove a • partire dall'inizio della prossima settimana potrebbe essere sperimentato il metodo anticancro del professor Di Bella. EccoU: San Giovanni Antica Sede (primario Cesare Bumma), Mobnette (primario Antonio Mussa), Mauriziano (primario Massimo AgMetta) e San Luigi di Orbassano (primario Luigi Dogbotti). E' la proposta che l'assessore regionale alla Sanità, Antonio D'Ambrosio, presenterà venerdì alle commissioni regionali oncologica e di bioetica, cui toccherà comunque prendere la decisione definitiva sulle strutture dove attuare la terapia. Il via libera alla sperimentazione anche nella nostra regione è arrivato ieri pomeriggio dal ministro della Sanità, Rosy Binda, al termine di un incontro con tutti gli assessori regionali d'Italia. In Piemonte comunque non ci sarà, almeno fino al termine della fase sperimentale, la somministrazione gratuita della somatostatina. Dovrebbero essere mi centinaio i malati - ricoverati e non che saranno sottoposti gratuitamente alla terapia del professor Di Bella. Spiega D'Ambrosio: «Finora sono già arrivate trenta richieste scritte di malati che si sono detti disponibih a sottoporsi alla cura. La scelta dei volontari, comunque, verrà fatta dai primari delle strutture coinvolte e dalle due commissioni regiona- li». Le modalità di svolgimento della sperimentazione saranno fissate domani dalla commissione oncologica nazionale e «saranno condotte nel rispetto delle direttive e criteri canonizzati a livello nazionale ed internazionale nonché nel rispetto della vigente normativa». Parteciperà anche un rappresentante dell'equipe del professore modenese. Ma quanto tempo ci vorrà per conoscere i risultati di questa cura a base di somatostatina? D'Ambrosio non si sbilancia: «Saranno disponibih nel più breve tempo possibile». Realisticamente, dai tre ai sei mesi. All'ospedale San Giovarmi Vecchio, il dottor Cesare bumma, primario di Oncologia medica, plaude al via libera giunto da Roma: «Finora non abbiamo voluto entrare in polemica - dice -, ma sono convinto che era necessario dare una risposta scientifica alle centinaia di malati di cancro che in questi giorni hanno manifestato in piazza. Cittadini ai quali finora la scienza ha detto "non c'è più nulla da fare", ma che invece intravedevano nella terapia Di Bella un barlume di speranza». Il dottor Bumma non esprime la propria convinzione sull'efficacia o meno della «nuova» terapia, «ma - sostiene - un fatto è certo: era assurdo pensare di continuare a discutere di un problema così importante solo attraverso gli striscioni allo stadio e i cortei fuori dagli studi Rai. Ed era assurdo anche che un pretore, d'improvviso, potesse diventare giudice della scienza». Negli ospedali, spiega il primario di Oncologia medica al San Giovanni Antica Sede, la somatostatina è già utilizzata per alcuni tumori endocrini tipo quello dell'ipofisi e del pancreas, e nelle emorragie intestinali gravissime. I risultati della sperimentazione, se positivi, estenderebbero il campo di utilizzo. Un problema. C'è il rischio che si scateni ima caccia al farmaco. E proprio per evitare quella che il professor Bumma chiama «esaltazione», lancia un appello al buonsenso e spiega: «Faremo un'attenta selezione dei casi Probabilmente inizieremo a valutare i pazienti già in cura presso l'equipe del professore modenese. In seguito analizzeremo quale combinazione di farmaci potrà essere più efficace con la terapia Di Bella». L'obiettivo è quello di arrivare a creare una casistica sufficientemente ampia per dire sì o no alla cura a base di somatostatina, e per scoprire in quali tumori poterla utilizzare con successo. Marco Accossato Maurizio Tropeano Il San Giovanni Antica Sede, uno degli osped al i dove si proverà la cura an ti cancro
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