«Crisi-giustizia, è colpa dei politici»

«Crisi-giustizia, è colpa dei politici» Riforme confuse e eccesso di garantismo, i guai che affiggono l'applicazione della legge «Crisi-giustizia, è colpa dei politici» //pg: più multe, meno galera Se la giustizia è lenta ed inefficace, la colpa è di chi fa le leggi: la classe politica. La relazione del nuovo procuratore generale, Antonino Palaja, batte e ribatte su questo tasto. Nella prima delle 129 pagine c'è subito un'affermazione pesantemente polemica: si fanno le riforme e poi si pasticciano, «il tutto con gravi difficoltà per la magistratura e con grande confusione per i cosiddetti utenti del nostro servizio. Sempre che non si abbia riguardo, nel caso di questi ultimi, a coloro che dalla confusione sperino di trovare vantaggio per sé». E allora? «Per questo, il pensiero del ricorso a nuove riforme può, giustamente, più che occupare la mente, preoccuparla!». Il Palaja-pensiero sull'argomento è completo: «L'esperienza del passato può negativamente indurre al convincimento che sia meglio abbandonare la strada di altre riforme, onde evitare che possano essere motivo di sempre nuove difficoltà». Se dobbiamo fare qualcosa di nuovo, aggiunge il magistrato, depenalizziamo certi reati che si prescrivono prima delle sentenze di condanna: meglio colpire nel portafoglio. Sono in aumento i casi di inquinamento e di sosfisticazione aUmentare: qualche volta una pesante ammenda può essere più efficace contro chi minaccia la salute dei cittadini. L'altra faccia del problema: il garantismo. Legge pacato la sua relazione il nuovo procuratore generale all'apertura dell'anno giudiziario sotto gU stucchi e i grandi lampadari del salone della Scuola d'applicazione dell'Esercito, in via Arsenale. La prosa è nella tradizione di queste cerimonie: barocca. Ma i concetti sono espliciti. Primo: vogliamo copiare il sistema giudiziario anglosassone, ma almeno copiamolo bene. Dice Palaja : anche nel nostro sistema la condanna di primo grado deve diventare esecutiva e l'appello un fatto eccezionale. In seconda battuta, aggiunge: per scoraggiare le impugnazioni delle sentenze di gip e tribunali da parte degli avvocati si consenta aUe corti d'appello di poter eventualmente infliggere condanne più pesanti. Oggi non può avvenire perché gli imputati non rischiano questa evenienza. Il procuratore si spinge a ragionare così sul garantismo: passi, e sia pure eccessivo, in una situazione di criminalità normale, ma non quando questa sia «diffusa e tracotante in ogni strato sociale». Amoralità sociale e magistrati sotto schiaffo. Proprio così. Palaja vede la criminalità «dilagare da ogni dove e verso ogni dove, collegata ed alimentata e quindi sostenuta da un'amoralità di base per cui, anche a livelli impensabili, il delinquere appare adottato come sistema di vita, di acquisizione di potere e di arricchimento». La stagione dei pool e di Tangentopoli appare lontana, anche se i reati contro la pubblica amministrazione non scendono o so- no in calo solo per le modifiche legislative, ancora farraginose e contraddittorie secondo il procuratore. Ma quel tempo è lontano soprattutto perché gip e procure si sentono sul cobo «la sicura influenza negativa, in fase di dilagamento, che alcune categorie sociali e istituzioni alimentano nell'opinione pubblica contro l'amministrazione della giustizia». L'immagine delle inchieste sulla corruzione scadrebbe a «frutto di eccesso di potere da parte della magistratura». Separare le carriere? «I giudici sono tutt'altro che appiattiti sui pm». La riforma va¬ rata nella Bicamerale è definita «l'attuale premura a correggere la situazione con modifiche stravolgenti la procedura e il diritto sostanziale». Pene virtuali e depenalizzazione efficace. I giudizi del procuratore lo portano a concludere che «in definitiva, la tanta benevolenza legislativa imperante appare poco consona a un vero ed efficace intento di rimettere ordine». Prioritario diventa restituire aUa pena «la sua funzione afflittiva e di deterrenza», pur rispettando la legge Gozzini sui benefici ai detenuti e la possibilità di alterna¬ re cella e lavoro. Anche esterno. L'altro corno del problema: la prescrizione di troppi reati nelle preture, afflitte dall'80-85 per cento del carico di lavoro, fa pensare a Palaja che sia megho puntare a salate sanzioni amministrative, anche in campo ambientale, tenendo conto che per i casi più gravi ed allarmanti resta necessario «inasprire le pene». Oggi irrisorie, o quasi. Criminali vecchi e nuovi. La 'ndrangheta e le altre mafie continuano ad avere una presenza discreta nel territorio. Ogni tanto ammazzano. Ma, più che altro, fanno affari. E se ne parla poco. Palaja vi dedica qualche riga: «Vi sono elementi per sospettare infiltrazioni nell'economia legale attraverso appalti pubblici e attività edilizie in montagna. Ma si è pure scoperto che vi sono coUegamenti con la criminalità bosniaca per acquistare case da gioco nell'ex Jugoslavia». Il riciclaggio di denaro sporco viene considerato sempre più preoccupante. Grande spazio Palaja dedica alla «questione extracomunitari». Problema «enorme» con possibili ricadute sull'ordine pubblico: «Il cittadino indigeno tende a identificare gli stranieri quale causa di contagi (immaginari, perché è più facile che accada il contrario) e vive la vicinanza con questi in modo insopportabile e facile aU'esplosione di tensione». Per il procuratore si deve trovare il modo di dare un'identità a tutti gU immigrati, che commettano reati o no: è necessario che chi si trova in Italia e si presenti come un signor nessuno «venga sottoposto a riUevi segnaletici e dattiloscopici indipendentemente da condotte iUecite». Alberto Gaino Nino Pietropinto Il procuratore Palaja inaugura l'anno giudiziario I REATI DEL DISTRETTO 1995 1996 1997 Contra la pubblica amministrazione 5768 6401 5716 Contra il sentimento religioso dei defunti 31 40 31 Contra I'ordine pubblico 271 601 736 Contra moralita pubblica e buoncostume 1024 1111 875 Contra la famiglia 1486 1374 1544 Lesioni volontarie 8683 9019 10.433 Lesioni colpose 17.120 16.394 22.827 Omicidi tentati 139 224 230 Omicidi volontari 120 190 136 Omicidi preterintenzionali 9 5 16 Rapine ed estorsioni 3647 6374 4390 Furti aggravati 99.480 128.976 146.342 Bancarotte fraudolente 1050 1502 1391 Bancarotte semplici 427 535 550 A sin., la cerimonia alla Scuola d'Applicazione. Sopra, Palaja

Luoghi citati: Italia, Jugoslavia